
Ho letto l’appello delle paladine della patatina che vorrebbero un presidente della Repubblica donna. E mi è venuto un briciolo di tristezza.
Il giudice che ha consentito a quel padre di trascorrere Capodanno col figlio che poi ha sgozzato, è una donna. Si chiama Anna Giorgetti.
Quello che ha scarcerato il ceceno che ha ucciso Niccolò Ciatti è una donna. Si chiama Antonella Capri. È la stessa che ha sospeso il procedimento a carico dei quattro egiziani imputati di aver sequestrato torturato e ucciso Giulio Regeni.
È la presidente infatti della terza sessione della Corte d’Assise di Roma. Da dove sono usciti i provvedimenti.
Ora non so se le “paliette” siano così contente di sapere che i giudici che hanno rilasciato gli assassini in giro per il mondo siano donne. E mi domando cosa mai direbbero queste donne come ha detto ieri Alessandro Sallusti nel suo editoriale su Libero se al Colle ci andasse una come Giorgia Meloni. Perché sia chiaro che la sinistra vuole sì una donna al Quirinale però deve essere come dicono loro. Meglio se rossa. Non di capelli.
Poi dopo avercela messa, accadrebbe più o meno quello che accade in tutti i comuni quando durante l’ultimo consiglio comunale dell’anno, quando la gente vuole andare via presto e sta per addentare torroni e panettoni, le buontempone di sinistra se ne escono con: “dobbiamo intitolare una strada alle donne. Mio Dio per carità. Dopo ventiquattro anni che abito qui mi sono accorta che abbiamo solo strade intitolate agli uomini”.
Così passano mesi. Se non anni. E poi se chiedi di titolare una strada a una donna di destra dopo aver pontificato che mancano titolazioni femminili ti rispondono che ci devono pensare e che bisogna capire il motivo per cui a Oriana Fallaci per esempio bisognerebbe titolare una strada. Molto meglio qualche altra che si è contraddistinta per le note arcobaleno.
A Padova, per dire, siccome hanno tanto da fare, poco prima di Natale due consiglieri (un uomo e una donna) del Pd si sono accorti che a circondare Prato della Valle, una delle piazze più belle d’Europa, la più immensa, il Prato senza erba nella città dei tre senza; ecco che in Prato della Valle ci sono solo statue maschili e non femminili. E quindi Prato della Valle è sessista. Che roba.
Hai visto i fulmini e i lampi e i tuoni e tutte le intemperie del mondo scendere a Valle dal cielo sereno e le statue roteare e sputare cannoni. Dato che stanno lì dal 1785 (la prima) e nessuno aveva mai rotto i coglioni.
Ora non so. Se le battaglie delle donne di sinistra da Littizzetto Boldrini Murgia Mannoia (per quanto possa amarne la musica) Maraini Guzzanti si esauriscano nella necessità di avere un Pr della Repubblica donna. E non so nemmeno cosa abbiano da dire le gentili “suffragette” in merito ai tre giudici di sesso femminile che hanno fatto uscire i delinquenti e dato sconti ai violenti. Se qualche teoria di diritto penale che viene fatta studiare nelle prestigiose Università di Legge venisse applicata, probabilmente anche i giudici sarebbero responsabili dei crimini perpetrati per le loro leggerezze.
Io, vedendo i precedenti non lo so, se mai vorrei che una carica istituzionale che deve essere così imparziale e di ghiaccio e ingessata e fredda e marmorea sia affidata a una donna. Probabilmente no.
Anche perché sinceramente. Non ho mai capito una cosa. E cioè per quale motivo la patatina o il pisellino dovrebbe spianarti la strada per diventare qualcuno.
Premetto che sono il meno repubblicano d’Italia e per me al Quirinale ci dovrebbe abitare solo Aimone di Savoia, purtroppo – dal mio punto di vista – non è così e devo accettarlo.
Credo che auspicare un presidente della repubblica “donna” sia ridicolo. Ho pensato a numerose alternative che potessero essere altrettanto ridicole: a un presidente “motociclista”, a uno “tifoso della Triestina”, a uno “ex lagunare”, a uno “cuoco”… Eppure, ognuna di queste possibilità ha un significato politico: un presidente motociclista probabilmente porrà attenzione alla sicurezza stradale e alla manutenzione delle stesse, un tifoso alabardato, nonostante tutto, resta fedele e speranzoso, un lagunare mostrerà coraggio e prudenza al tempo stesso in politica estera, un cuoco avrà un occhio di riguardo per la salute e i prodotti naturali e tipici del nostro Paese. E, se invece che un presidente uomo fosse un presidente donna, non è che cambi molto.
Una motociclista avrebbe la stessa attenzione per la sicurezza stradale e la manutenzione, una tifosa triestina avrebbe la stessa ostinata speranza, una ex lagunare amerebbe la sua Patria allo stesso modo, e una cuoca difenderebbe i prodotti italiani con la stessa forza.
Ormai non resta che sperare che venga eletto un uomo, possibilmente ultrasettantenne, per prendere in giro codeste firmatarie.
Insomma, se proprio devo auspicare qualcosa, auspico che venga eletto Presidente qualcuno che si chiami Vittorio xD
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