Sono cresciuta in una facoltà dove il cortile nuovo è il Cortile Littorio

Sono cresciuta in una università dove il cortile nuovo si chiama Cortile Littorio.
Nel cortile ci sono l’Aula degli Studenti e quella delle Studentesse. In genere in quella delle Studentesse ci finivano solo le femmine. In quella degli studenti ci finivano entrambi. La donna andava sempre dai maschi. Sulla struttura in alto che si affaccia sul Cortile Nuovo e che racchiude la “Sala del Collegio Accademico”, ci sta un altorilievo in travertino di Attilio Selva, del 1939, che rappresenta la goliardia padovana e riflette i caratteri apologetici del nazionalismo fascista. Anzi. Sul Cortile Nuovo c’è anche un’iscrizione dedicata a Mussolini.
Davanti la scalinata che porta al Rettorato, c’è la statua del Palinuro di Arturo Martini dedicata a un comandante partigiano. L’opera, donata all’Università di Padova dalla Brigata partigiana “Martiri del Grappa”, raffigura come Palinuro il partigiano Primo Visentin, comandante di battaglione della divisione “Monte Grappa”, caduto in combattimento a Loria (Treviso) il 29 aprile 1945.
Davanti a questo c’è una grossa lapide con i nomi dei caduti che prende tutta la parete.
Tra questi c’è anche il nome di Norma Cossetto, la studentessa italiana stuprata seviziata dai partigiani comunisti e poi infoibata. Era il 5 ottobre 1943. Lei era iscritta all’Università di Padova e stava preparando la tesi.
L’Università di Padova fu la prima in Italia e in Europa ad accettare gli studenti di religione ebraica, la presenza di studenti stranieri fu favorita per l’uso del latino come lingua franca.
Gli studenti di lingua tedesca poi, che costituivano il gruppo più numeroso, avevano la libertà di aderire al culto protestante e laurearsi senza convertirsi alla fede cattolica, come invece prescriveva una bolla papale.
Nel Palazzo del Bo è presente il più antico teatro anatomico stabile del mondo (1595), a forma di cono rovesciato su sei registri ellittici. Qui hanno studiato figure come Copernico e Andrea Vesalio; qui tra il 1592 e il 1610 ha insegnato Galileo Galilei: l’ osservatore del cielo e della terra, l’inventore del del cannocchiale, colui che da quella cattedra immensa spiegava l’andamento dei proiettili, l’immaginifico scopritore delle leggi che regolano la gravità e l’inerzia.
E qui da questo luogo quasi tre secoli e mezzo fa, il 25 giugno 1678, uscì la prima donna laureata al mondo: Elena Lucrezia Cornaro Piscopia.
A Padova negli anni 70 si respirava il clima da guerra mi dicono. Famosi sono gli attentati.
E quando mi sono iscritta a Giurisprudenza a Padova, cosa di cui andavo e vado fiera, automaticamente passavi per quella fascista.
Ancora oggi sui muri della Falcoltà sono riapparse quelle scritte.
In realtà.
Quell’Università per me ha rappresentato la maturazione. La libertà. La spensieratezza prima della responsabilità. Il traguardo. Il coraggio. I sogni. La voglia di ricominciare. E per come mi ha formato, la rifarei altre cento mille volte.

#sbetti

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