Scrivo questo il 14 gennaio 2016. Parigi. Esattamente due mesi dopo.
Lo aggiorno il 26 marzo 2016. Bruxelles. Quattro giorno dopo, 131 giorni dopo il Bataclan.
Ma che fine ha fatto Parigi? Nessuna.
È sempre lì. Lo spettro di quello che è accaduto nella città dei Cafè, delle baguette, dei tavolini agghindati e delle sedie floreali; nella città degli Champs Elysees , di Montmartre, di Pigalle, vive in noi.
Lì. Presente.
Solo che ha spostato il suo raggio d’azione e ora come un flipper rimbalza di qua e di là, trovando alla prima distrazione una buca utile per poter esplodere.
Si alla prima distrazione o alla prima mancanza di controlli visto che io per entrare in tribunale devo passare sotto il metal che suona anche con la cavigliera ai piedi e questi invece sono riusciti a entrare imbottiti di esplosivo dentro un aeroporto. Cose folli. Assurde. Che non dovrebbero accadere in uno stato di emergenza, di guerra, di panico. Di terrore.
Così dalla Siria, alla Turchia, dall’ Egitto, a Parigi, da Bruxelles, alla Russia, fino alla Tunisia, si fanno esplodere, ammazzano, trucidano. Ovunque nel mondo.
Questo si divertono a fare. A farci giocare.
Una tremenda partita a flipper, mortale. Ma i giocatori sono i nostri leader. E le palline sono i terroristi che ovunque passano spazzano via noi.
Le abbiamo sganciate e adesso ci fanno correre di qua e di lá.
Avanti di questo passo perderemo il controllo di questo schema del terrore.
Bombe piazzate a nord, a sud, a est e ovest. Ma non basta una mano, un colpo di stanghetta. Serve qualcosa di più. Non basta come ha detto il nostro premier Matteo Renzi un apparato che sconfigga la mafia. Perché lo Stato Islamico ha dimensioni sovranazionali, è molto di più.
Però a Parigi, come a Bruxelles la vita va avanti. Come andrà avanti a Hurghada, a Istanbul e in qualche altra parte del mondo dove qualche pazzo ha deciso di farsi saltare per aria e di ammazzare decine, centinaia, migliaia di civili. La vita va avanti ma si dimena nel terrore.
Il mondo sta diventando un campo minato e le buche, ora, saranno sempre più facili.