La figlia di Martina mi ha scritto una lettera. “Mia madre grida aiuto ma nessuno interviene. E la polizia non risponde al telefono. Che dire di tutte le persone che sono rimaste a guardare senza muovere un dito? Dove sono finiti il coraggio e la solidarietà?”. 

Ieri vi ho raccontato la storia di quella donna aggredita da tre borseggiatrici per aver sventato uno scippo. Il mio servizio è andato in onda a Fuori dal Coro.

La figlia della donna, che ho chiamato Martina, ha scritto una lettera che quando ho letto mi son venuti i brividi. Avevo pensato, in effetti, appena avevo visto quella signora con gli occhi piccoli piccoli come moscerini impauriti, e quello chignon così remissivo e impotente, che lì poteva esserci mia madre. E mi sono sentita morire. 

Vi riporto parte della lettera, ho solo omesso alcune parole per rispetto del politicamente corretto. 

Quello che è accaduto a mia madre è avvenuto “alle cinque di pomeriggio di una affollata domenica di fronte al ponte degli Scalzi. Nel posto ci sono tre ristoranti con almeno venti camerieri (per di più uomini!) che rimangono a osservare la scena. Centinaia di passanti. Nessuno interviene alla vista di una signora veneziana di 60 anni che viene picchiata brutalmente. Nessuno! Nessuno la aiuta anche quando le borseggiatrici se ne vanno lasciando mia madre impaurita e piangente in mezzo alla strada con una mano frantumata. La polizia non risponde al telefono. Dove sono le pattuglie? Perché questi criminali continuano a camminare liberi e impuniti per le nostre strade? Ma soprattutto, che dire di tutte le persone che sono rimaste a guardare senza muovere un dito? Dove sono finiti il coraggio e la solidarietà? Continueremo a vedere e rivedere sempre le stesse a rubare nelle medesime zone come se nulla fosse successo. È una vergogna per Venezia, per l’Italia e per la nostra umanità. Se non interveniamo ora, perderemo definitivamente la nostra città e la nostra dignità. In una società che non protegge i suoi cittadini, non c’è spazio per il coraggio civile. Oggi, con la mano spezzata – che avrà bisogno di una operazione chirurgica per essere ricostruita – e il cuore pesante, ci chiediamo se valga davvero la pena aiutare gli altri. Se la risposta è no, allora abbiamo perso tutti”. 

Lettera firmata: C.G. 

#sbetti


Scopri di più da Sbetti

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.