A mani nude nel fango

In questa terra di alluvioni si scava a mani nude nel fango. L’alluvione ha messo in ginocchio l’Emilia Romagna. L’ondata di maltempo ha causato 15 morti, 36 mila sfollati, quasi cento comuni colpiti, 46 fiumi esondati, 300 frane, oltre 500 strade chiuse, cancellazioni e ritardi dei treni, frane di colline, ferrovie interrotte, la A 14 che fino a qualche giorno fa era impraticabile. In 24 ore sono caduti 300 millimetri d’acqua. E anche la sanità è in affanno. A Forlì hanno dovuto rinviare 30 operazioni chirurgiche, in alcuni paesi iniziano a scarseggiare i generi alimentari e alcuni pronto soccorso sono stati chiusi. Scena di guerra. Ora, raccontarla così in poche righe non rende il dramma di quella povera gente. Il disastro è davanti agli occhi di tutti. Repubblica Venerdì scorso titolava “Nove miliardi stanziati nel 2018 per combattere il dissesto ideologico in Emilia Romagna non sono stati spesi”. E che lo scriva Repubblica fa riflettere. Le vasche di laminazione che dovevano essere fatte e che sono quelle che hanno permesso al Veneto di salvarsi cinque anni fa, non sono state costruite. I fossi non sono stati ripuliti perché bisognava salvaguardare i diritti degli istrici; su 23 progetti finanziati con 190 milioni di euro, ne funzionano solo 12. Tra il 2015 e il 2022 la regione ha ricevuto 190 milioni di euro per realizzare queste casse di espansione, queste opere di contenimento delle acque, qui dove servono pulizia dei fiumi, cura dei boschi, ripristino dei fossati di scolo, messa in sicurezza degli edifici. Le abbondanti piogge, infatti, sono sempre esistite solo che adesso si è diventati più trozzaloni, ora ci sono i deliri degli ecologisti, di quelli che usano l’iPhone anche al gabinetto e sono preoccupati per il cambiamento climatico. Se si rompe un argine ha detto il capo dei geologi dell’Emilia Romagna, è colpa della manutenzione, non del climate change. Ma la spinta ambientalista e verde e giallorossa all’interno della regione in questi anni ha sempre bloccato tutto. Come lei, elly Schlein. La neo diva del Pd. Era lei che fino a sette mesi fa aveva la delega a quello che una volta chiamato Ambiente. In una intervista a Repubblica ha dichiarato che quello che è accaduto è colpa del cambiamento climatico, “su cui questo governo è totalmente indifferente”. Mi chiedo dove abbia vissuto in tutti questi anni, quando ancora questo governo non era in carica. E quando invece lei la carica ce l’aveva eccome. Spero che quando farete le passerelle in mezzo agli alluvionati, abbiate il coraggio di guardare in faccia questa povera gente.

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Foto Adnkronos