Gli unici fascisti sono gli antifascisti

Sono stata qualche giorno distante dai social, ci sono rientrata un attimo il 25 aprile e mi è venuto il vomito. Ci ho trovato gente che berciava di qua. Gente che schiamazzava di là. Gente che gracchiava. Strepitava. Vocitava.
Agli italiani credo freghi poco nulla delle polemiche sul 25 aprile. I fascisti. Gli antifascisti. Cerimonie sì. Cerimonie no.
Una volta quando io andavo a scuola esisteva San Marco. E si festeggiava quello. Le polemiche sul 25 aprile sono nate dopo, quando la gente fondamentalmente ha iniziato a stare bene, dimenticando quello che è stato, fottendosene di tutto. E di tutti. Non esisteva “Bella ciao” sì, “Bella ciao” no. Questo sì. Quello no. E basta. Basta.
Qua gli unici fascisti sono gli antifascisti.
Io la conosco bene questa gente. Benissimo. Questi sono quelli che predicano libertà e democrazia e poi se non la pensi come loro ti mettono al gabbio, ti intrappolano, ti imprigionano. Vogliono reprimerti. Ostacolarti. Fanno così talmente tanti sforzi per far sì che il loro pensiero si incunei talmente tanto nella tua mente che solo una forza granitica della tua anima e dei tuoi valori può non soccombere ai loro deliri.
Lo provano quelle immagini vergognose dei ministri e del presidente Meloni appesi a testa in giù, che qui non pubblico perché altrimenti mi viene detto che incito all’odio, e per le quali sono stata travolta da un’ondata di disgusto. Quelli che si professano antifascisti usano gli stessi mezzi che i fascisti veri e propri e che ormai sono morti e sepolti, usavano.
Questi sono ancora fermi lì, al fascismo e all’antifascismo di ottant’anni fa. A quando in città sfilavano le camicie nere e i drappi rossi. Sono fermi a quando Mussolini dava l’olio di ricino, sequestrava la stampa, infiocchettava le città con la sua immagine, mandava in esilio i dissidenti. Robe di un’Italia fortunatamente dimenticata, visto che non mi pare esista nessun limite alla libertà di espressione dato che ogni giorno qualsiasi coglione può scrivere e dire idiozie in ogni dove. Gli unici limiti sono quelli che si impongono ai politicamente scorretti perché oggi se vuoi sopravvivere devi allinearti col pensiero unico, con il main stream, con l’obbriobrietà del politicamente correttissimo. Questo è il fascismo. Impedire agli altri di dire il proprio pensiero.
Considerare qualcuno omofobo, razzista, fascista e chissà che altro solo perché parla di famiglia tradizionale, di padre e madre, o perché vuole fermare l’immigrazione irregolare. Se non sei come loro, sei un personaggio da linciare. Da appendere a testa in giù. Da denigrare.
Su questo campano i finti antifascisti. Si reggono sui loro deliri. È il loro collante. La loro benzina. Quando non si hanno altri argomenti si scende in piazza sventolando bandiere e paventando pericolosi fasci inesistenti.
Ogni posizione scorretta viene bollata come fascista.
Ogni idea, che esca dal seminato di quello che pensano quattro neuroni di sinistra, diventa un mostro da abbattere.
In questo pollaio non so, a questo punto, chi siano i fasci.

#sbetti