Marmolada: “Trovati altri corpi”. Il pm esclude la prevedibilità

Giovedì 7 luglio 2022

“Trovati altri corpi”. “Sotto frana?” “Sì”.  È un messaggio, che arriva ieri, verso le tre del pomeriggio quando ormai le speranze di trovare qualcuno vivo, sotto l’ammasso di detriti e fango, sono ridotte al minimo. È la montagna che restituisce brandelli di carne, pezzi di cadaveri. Domenica scorsa alle 13.45 un masso di ghiaccio si è staccato dalla Marmolada e correndo a 300 chilometri all’ora ha travolto tutto. Il crollo è avvenuto tra la provincia di Trento e quella di Belluno, a Punta Rocca, lungo l’itinerario di salita per raggiungere la vetta. In quel momento lì si trovavano due cordate di alpinisti che non hanno avuto scampo quando la furia li ha travolti. Ieri i morti sono saliti a nove. I dispersi ieri mattina erano cinque, scesi a tre, e sono tutti veneti. I feriti ricoverati sono sette. Uno è stato dimesso. La procura di Trento domenica ha avviato un’inchiesta per fare luce su quanto accaduto ma ieri il procuratore capo di Trento, Sandro Raimondi ha detto: “In questo momento possiamo escludere assolutamente una prevedibilità e una negligenza o un’imprudenza; l’imprevedibilità in questo momento è quella che la fa da protagonista. Per avere una responsabilità bisogna poter prevedere un evento, cosa che è molto molto difficile”. Domenica scorsa nel luogo del disastro è stato raggiunto il record delle temperature, con + 10.3 gradi in vetta. Pare che a fare da “scivolo” all’enorme massa di ghiaccio sia stato un accumulo di acqua di neve sciolta nella conca sotto la vetta: quando il pezzo di ghiaccio si è staccato non aveva appoggio. Le operazioni di soccorso sono state più difficili, tanto che lunedì mattina l’assessore regionale veneto alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin ha detto che le ricerche sarebbero proseguite con i droni e gli elicotteri. Ieri mattina quattro droni erano in volo sul luogo del disastro e altri quattro del Soccorso Alpino e dei vigili del fuoco di Trento. 

Il presidente del Soccorso Alpino, Maurizio Dellantonio ha detto che da oggi saliranno “più in alto con i cani lungo il crollo del ghiacciaio”. L’intervento è molto pericoloso e si ingaggeranno operatori scelti. “ll caldo – ha spiegato – ha sciolto la parte acquosa della valanga lasciando sulla superficie una parte sassosa che i droni non riescono a vedere. Una squadra di esperti della zona, dopo un monitoraggio entreranno sulla neve per compiere le perlustrazioni, con vie di fuga assicurate”. Intanto, al rifugio Marmolada sono stati montati un interferometro e un radar doppler in grado di captare le minime variazioni sul fronte glaciale. Il comune di Canazei ha deciso di rinforzare le misure contro i curiosi che si avvicinano al passo Fedaia. Il sindaco, Giovanni Bernard, ha firmato una nuova ordinanza attraverso la quale viene circoscritta l’area di chiusura del massiccio della Marmolada. E chiunque violi le regole sarà punito ai sensi dell’articolo 650 del codice penale, ossia per inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, che prevede anche l’arresto fino a tre mesi. 

Il presidente Sergio Mattarella durante la sua visita in Mozambico ha invitato a riflettere su questo disastro come “elemento simbolico di quello che il cambiamento climatico, se non governato, sta producendo nel mondo. Richiede piena collaborazione di tutti. Ci sono Paesi che non si impegnano”. Intanto sul fronte della sciagura umanitaria, martedì è stata trovata morta anche Liliana Bertoldi, 54 anni, commerciante ambulante di Levico in provincia di Trento. Lunedì sera i soccorritori stavano tentando di ricomporre i pezzi di un corpo al palaghiaccio di Canazei dove è stata allestita la camera mortuaria e dove a ogni ora arrivano i familiari. Per identificare le vittime recuperate sarà fondamentale il lavoro dei carabinieri del Ris di Parma, che dovranno confrontare i campioni di materiale genetico prelevati dai resti recuperati sul ghiaccio con quello dei parenti. Le prime due salme recuperate ieri sono di due uomini, mentre il terzo frammento non è chiaro se appartenga a una vittima già acccertata o da ricercare nell’elenco dispersi.  “Abbiamo l’obbligo morale di restituire i corpi alle loro famiglie”, ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia.  Che ieri ha aggiunto: “Ora dopo ora si va consolidando un triste bilancio. In questi giorni avevo sempre cullato la speranza che qualcuno dei dispersi dopo la tragedia della Marmolada potesse essere ritrovato e curato. Non ci sono parole, se non lacrime. Tutto il Veneto piange. Siamo vicini ai famigliari delle vittime”. Sabato a Canazei alle 18 c’è la messa di suffragio per le vittime.  “Una delle più brutte pagine di storia delle nostre montagne”, ha concluso Zaia. 

Serenella Bettin 

Venerdì 8 luglio

PEZZO

Sono le prime luci dell’alba di ieri mattina. I soccorritori sono impegnati sulla Marmolada per la ricerca delle tre persone che ancora mancano all’appello. La speranza di trovare qualcuno vivo è pressoché inesistente. La montagna restituisce corpi, pezzi, brandelli, resti di attrezzature, in uno scenario da orrore. Ieri è stato ritrovato un altro corpo. E le vittime sono salite a dieci. Finora sono sei le vittime identificate dai familiari. Ognuna con i suoi nomi. Ognuna con la sua storia. Due nuovi riconoscimenti sono stati fatti ieri mattina a Canazei. Sono due cittadini di nazionalità ceca, i cui parenti sono stati accolti in Val di Fassa. Le persone invece tutte di nazionalità italiana, reclamate dai familiari, sono cinque, in attesa dei riscontri scientifici del Ris dei carabinieri. I feriti ricoverati sono sette, di cui tre in Veneto e quattro in Trentino. Per non lasciare nulla di intentato, le ricerche proseguiranno a oltranza in quota. E dopo le verifiche via terra con i cani da ricerca, stanno proseguendo i sorvoli dell’area del distacco con i droni per individuare eventuali nuovi reperti. Ieri poi nella caserma dei vigili del fuoco di Canazei è arrivata Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato. “Questa tragedia interroga le nostre coscienze – ha detto – è un’Italia bellissima ma fragile. Il 94% dei Comuni è a rischio idrogeologico, dobbiamo investire di più in prevenzione. Non vi lasceremo soli”. Per le ricerche “abbiamo il dovere di andare avanti in modo spedito per dare risposte ai familiari che con tanta angoscia aspettano da giorni”, ha detto il capo del Soccorso Alpini Maurizio Dellantonio. Intanto il fratello di Davide Miotti, uno dei dispersi, ha proposto un’associazione tra i parenti delle vittime per fare chiarezza. 

Serenella Bettin

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