
Mi colpisce molto la vicenda dell’acciaieria di Mariupol. E di Mariupol in sé.
Il simbolo di questo martirio. Una città sottoterra di gente che respira e lotta per la vita.
Ho visto alcune immagini dove si vedono impianti, gallerie, centri di controllo, tunnel.
Sono 11 chilometri quadrati di gallerie sotterranee, forni, binari, cunicoli.
Dicono che l’intera rete di tunnel là sotto possa ospitare fino a 40 mila persone. Ora parrebbero esserci civili. Donne. Anziani. Bambini. La cui alternativa è uscire e farsi catturare dai russi. (Sarebbero già 40 mila i cittadini di Mariupol deportati in Russia o in zone ucraine controllate dal Cremlino). O soccombere all’interno e morire.
Dallo zar pare sia arrivato l’ordine di bombardare l’intero stabilimento. E chi se ne frega se ci sono i civili. Anzi. Hanno detto che a chi si arrenderà sarà “garantita la conservazione della vita”.
Che è come dire a un uomo di uscire da una gabbia dove fuori ci sono i leoni.
Oppure una ipotesi è anche che le truppe russe non sappiano che lì sotto oltre ai soldati respirano altre persone.
Stando a una conversazione intercettata dal servizio di sicurezza ucraino, di un soldato russo con la moglie, i colbacchi sono convinti che lì sotto “ci siano solo alcuni irriducibili patrioti”. L’acciaieria di Mariupol, la Azovstal è la più grande d’Europa vicina al porto. Qui sarebbero nascosti mille civili ucraini. Ho letto un post di un soldato che dice che bisogna far uscire i civili, altrimenti si corre il rischio di usarli come scudi. Usciti i civili infatti, allora l’acciaieria si può bombardare. Anche se gli edifici sono fatti di cemento armato rinforzato capaci di resistere alle bombe. Ma al Cremlino non interessa.
Per ogni bomba sganciata lo Zar spende dai mille ai 3 mila dollari. La guerra costa a Putin la bellezza di trenta milioni di dollari al giorno. A cui vanno aggiunti personale, forniture, mezzi, eccetera eccetera. Ma nonostante questo non cede. Mariupol gli serve come propaganda, slancio morale.
Per i russi sarebbe la prima vittoria della loro “operazione speciale”. Così lo chiamano loro questo orrore che da 51 giorni provoca sangue e morte. La città è uno degli obiettivi essenziali di Putin, perché permette di aprire un canale e avere il controllo del Mar d’Azov e dell’80% della costa ucraina del Mar Nero.
La Russia da settimane continua a dire che Mariupol è stata espugnata. Ma l’Ucraina dice no. Fino a che l’ultimo soldato ucraino non sarà stato preso Mariupol rimane sotto il governo ucraino.
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