
“Sono arrivati il quarto giorno di guerra. Le colonne russe di veicoli blindati si sono avvicinati alla città di #Makariv. Siamo stati circondati per 4-5 giorni”.
Da lì è stato l’inferno.
La mia intervista uscita su Libero
Vadim Tokar è il sindaco di Makariv. L’ennesima città ucraina stuprata e devastata dalla follia russa. Un insediamento a circa sessanta chilometri a ovest di Kiev.
Lo contatto una mattina di qualche giorno fa. Lui prima di indossare le vesti di combattente faceva l’avvocato. Poi ha dovuto imbracciare le armi e incarcerarsi dentro la divisa grigio verde. Lo fa per il suo popolo. Per la sua gente. Prima della guerra il suo profilo Facebook pullula di immagini di lavori comunali, consigli, riunioni, foto dal suo studio, frasi e motti da servitore della giustizia. “La giustizia è la nostra arma – scrive – Il nostro scopo è servire il bene, proteggere i diritti delle persone, creare condizioni uguali per tutti e creare un senso generale di giustizia nella società”.
Il 24 febbraio, il giorno in cui è scoppiato questo dannato inferno, ricondivide un post dove si dice che – traduzione letterale – “Il mondo non è stato sfidato da un uomo. Quindi quando non è un essere umano, Dio è con noi”.
Ha anche riferito di essere stato insignito di una medaglia d’onore dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo l’occupazione dei russi.
La cittadina è considerata la nuova Bucha. Ma i russi si sono dovuti ritirare anche qui, nel loro cambio di strategia, che li costringe a ripiegare solo sul Donbass. È il fallimento della guerra lampo.
Il giorno che lo contatto mi risponde: “Ora stiamo ripristinando la luce, la fornitura di gas, rimuovendo i blocchi. E soprattutto, descriviamo e mandiamo a esaminare i cadaveri dei civili uccisi dai russi”. Kiev ha deciso di documentare la atrocità commesse dal Cremlino con un sito online dedicato, con foto, video e testimonianze interattive. La connessione va e viene. La città è distrutta per metà. E i soccorritori hanno trovato cadaveri con le mani legate.
La mattina di Pasqua ricevo un messaggio. “Scusa. Ho dovuto riposare da tutto e da tutti. Il mio cervello si rifiutava di lavorare correttamente”. Questa è la sua Pasqua. Questo è la sua domenica. Ma non c’è niente da festeggiare.
Sindaco cos’è successo a Makariv?
“Il quarto giorno di guerra, cioè il 28 febbraio, le colonne russe di veicoli blindati si sono avvicinate alla periferia di Makariv”.
Sono entrati subito in città?
“Sono stati accolti dalle forze di difesa territoriale e non hanno avuto il permesso di entrare. L’effetto sorpresa ha funzionato: le bestie russe non si aspettavano di incontrare alcuna resistenza, quindi non hanno osato avanzare nella città”.
Come vi siete difesi?
“All’inizio della guerra a Makariv c’erano solo forze di difesa territoriale. Avevamo solo fucili d’assalto Kalashnikov e 8 RPG – lanciarazzi ndr – Abbiamo capito che non avevamo alcuna possibilità con tali armi ma nessuno aveva intenzione di cedere la città. Siamo stati circondati per 4-5 giorni, poi le forze armate dell’Ucraina hanno cacciato gli orchi da diversi villaggi circostanti e hanno preso posizione a Makariv. Solo allora abbiamo potuto iniziare l’evacuazione dei civili”.
Ma i russi poi sono entrati? Hanno iniziato subito a bombardare?
“Hanno preso posizione alla periferia di Makariv, dopo di che hanno iniziato a bombardare la città con l’artiglieria, le mine e gli attacchi aerei. E a loro non importava che i civili fossero nelle loro case”.
Quanti civili sono riusciti a scappare? E quanti sono morti?
“Prima della guerra, Makariv era una cittadina di circa 15 mila abitanti. Durante la fase attiva della difesa, ne sono rimasti meno di mille. Questo nella stessa Makariv. Più di 160 civili sono stati uccisi in tutta la comunità durante i combattimenti”.
È a conoscenza di casi di torture? I soldati russi hanno violentato le donne?
“Sì. Sono a conoscenza di due casi confermati di stupro nella comunità. Una ragazza è stata violentata a Makariv e una ad Andriivka.
Dopo lo stupro, entrambe le ragazze sono state uccise. Inoltre, alla ragazza di Makariv è stata tagliata la gola”.
Quanti anni avevano?
“Una 17, un’altra 25 ma non lo so con certezza”.
Sono stati torturati dei bambini?
“Non conosco fatti di tortura avvenuti sui bambini nella nostra comunità. Tuttavia, abbiamo trovato i corpi dei bambini … e di regola erano tutti vicino alle auto sparate dei civili che cercavano di lasciare il territorio occupato per il controllo del governo ucraino”.
Ora Makariv è un cumulo di macerie. E di vite distrutte. Il ministero della Difesa ucraino l’ha definito “un nuovo, mostruoso crimine di guerra”.
Serenella Bettin
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Lettura scorrevole e tematica interessante. Complimenti!
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