
Ho letto di quell’influencer, come si chiama, venuta a Venezia a trastullarsi che ha accusato un ristorante di lusso di essere sessista.
Come se il rispetto dell’essere femminile, ossia dotato di un organo che gli uomini hanno diverso, passi attraverso il pagamento di conigli farciti su letti di rucola o aperitivi imbanditi con carta argento. Del resto, come dar torto.
Ce ne sono tante di donne che non vedono l’ora di acchiappare un perfetto stupido che sia talmente stupido a più non posso, così da poter fare le mantenute. Ne conosco alcune che dopo essersi sposate o dopo la convivenza o dopo la gravidanza hanno deciso di stare a casa. Cosicché anche per comprare la carta da gluteo sono costrette a ripiegare sugli uomini. Quello che loro chiamano sistema patriarcale ossia ancora fondato sul maschio che mantiene la famiglia viene in sostanza alimentato da loro stesse.
Non è il caso si direbbe della influencer che parrebbe essere lei la capa. Anzi il capo.
Ma molte volte queste donne sono le stesse che reclamano la parità dei diritti. Le quote rosa. Però poi quando si tratta di cacciare i soldi pretendono che l’uomo faccia la sua ampia parte perché lui a detta loro è quello con le palle.
Come anche conosco uomini che non hanno il minimo rispetto dell’essere donna – i passi ancora da fare sono tanti – e che con una donna accanto che lavora e che è autonoma e indipendente si sentono inferiori perché sono loro che devono portare a casa la pagnotta. E sono quelli che ti diranno di stare a casa. Che ti diranno che a te ci pensano loro. Che non puoi uscire. Che ti controlleranno le buste della spesa. E che ti diranno anche se bere acqua naturale o frizzante.
Sembrano fatti e fatte con lo stampo. Ma la colpa, scusate se mi permetto, è sempre dell’essere femminile incapace di svegliarsi. L’influencer australiana però divenuta celebre a un reality dove uno zitellone sceglie la sua futura moglie tra decine di candidate – programma svilente per una donna dato che una volta gli allevatori sceglievano così le proprie mucche – dovrebbe rendersi conto che la parità dei sessi non esiste. Al massimo ora esiste la parità dei cessi viste le recenti discussioni che tengono banco sui tavoli dell’Unione Europea. L’abbiamo visto con la guerra. La parità dei generi va a farsi friggere. Perché a combattere ci vanno gli uomini. O meglio: quelli costretti a rimanere in Patria per difenderla e versare il loro sangue sono quelli di sesso maschile. Non le donne. Qui però nessuno dice niente. Va tutto bene.
Come una madre ha diritto di scegliere se rimanere con i propri figli anziché imbracciare le armi, così ne hanno diritto anche i padri. Ed è molto triste che certe scelte dipendano dal fatto se hai la patata o il pisello.
Scusate se mi permetto.