
Il Gruppo Gedi tre anni fa mi lasciò a casa dalla sera alla mattina. Chi nega i diritti? La Stampa ieri ha titolato “il Parlamento dei diritti negati”. Un titolo orribile, uno slogan pesante, come se vivessimo in un Paese da roghi in piazza, dove sinceramente vedo solo antifascisti più fascisti dei fascisti stessi, cercare fascisti morti e sepolti. Accade in campagna elettorale quando non si ha niente da dire. Ma il titolo de La Stampa non mi stupisce affatto, dato che chi non si allinea alle tesi del Gruppo del politicamente corretto viene sbattuto fuori.
È successo anche a me. Tre anni fa. Un quotidiano locale del gruppo.
Anzi succede anche che chi non viene sbattuto fuori, perché deve mantenere lo stipendio, si allinea.
Io non mi sono mai allineata alle tesi del Gruppo. E infatti.
In quell’occasione, molti colleghi mi avevano espresso la loro solidarietà (tutto documentato) dicendomi: “sai, anche a me controllano il profilo, quindi mi limito a postare foto di gattini e cagnolini, così almeno non mi possono dire niente”.
Uno mi aveva anche detto: “devo stare attento a mettere like ai tuoi post, perché poi mi controllano”. Sconcertante.
Sconcertante per davvero.
Pretendere di ridurre il pensiero di un giornalista a pubblicazione di gattini e cagnolini rende bene l’idea della gabbia di indottrinati al main stream del progresso.
Io l’ho provato cosa vuol dire quando provano a infilarti e cucirti il pensiero unico addosso. Ti si rattrappiscono le dita. Il pensiero, se non sei forte si annebbia. Si impone. Si autocensura.
Per qualche giorno ho anche provato a essere come loro, per vedere l’effetto che mi faceva, ma quella ondata di sana ribellione in me tornava come un’onda, a cui non potevo restare indifferente.
Ma quello che mi lascia perplessa e che mi fa riflettere è che quelli che lottano contro l’odio e si battono per i diritti di tutti, sono proprio quelli che coltivano l’odio come fosse la maria sul tetto di casa, lo dispensano così allegramente come fosse medicina per l’anima che, se per caso non sei come loro, ti ritrovi col culo per terra, a casa senza lavoro.
Eccoli quelli dei diritti negati. Chi sono.
Sono proprio loro.