
In tutto questo manicomio da talebani, mentre il resto del mondo parla di cose serie, io una cosa l’ho capita.
In Italia non puoi essere di destra. Perché se sei di destra sei sicuramente fascista. E se vai contro un comunista sei fascistissimo.
Io non ho vissuto gli anni 70 a Padova, ancora dovevo nascere, anzi non ero nemmeno nella testa probabilmente di chi mi ha messo al mondo – sempre grata – ma a giudicare dall’acredine che leggo sul web e dall’odio che percepisco in giro, mi pare di capire che non ci andiamo lontano.
È accaduto che i giallorossi che ormai sono diventati arancioni, abbiano chiesto lo scioglimento non solo di Forza Nuova, ma di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista.
Tale Giuseppe Provenzano, poi, il numero due del Pd, su Twitter ha detto che l’ambiguità di Giorgia Meloni “la pone fuori dall’arco democratico e repubblicano”. Cosa che mi pare alquanto grave dato che Fratelli d’Italia rappresenta un partito sorretto dal consenso popolare e quindi dal voto di una parte dei cittadini. Ma è evidente che il voto degli elettori non conta un tubo. E quindi ponendo al di fuori dell’arco democratico un partito si oscurano anche quei voti che lo sostengono. Boia. Roba grossa.
Da Delitto Matteotti.
Flaiano diceva che i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti.
Ma il punto è che queste derive comuniste, diktat staliniani – ancora presenti mi pare evidente- , non tengono minimamente conto che il fascismo è finito mezzo secolo fa e che le persone di cui parlano Mussolini non l’hanno nemmeno mai conosciuto. Ragionare poi col culo anziché col cervello, come scrive oggi Vittorio Feltri, pare sia cosa gradita a una certa parte politica nostalgica del pensiero unico che ti attacca semplicemente se non la pensi come loro.