Mai avrei pensato di svegliarmi in una zona rossa

Dal diario di Facebook del 9 marzo

Sono ore delicate.
E mai avrei pensato ieri mattina, l’8 marzo 2020, di svegliarmi in una zona rossa.
Mai. Sono in zona rossa continuavo a ripetermi trastullandomi nel letto.
Sono in zona rossa.
Mai avrei pensato di vivere una simile situazione.
Di entrare in questa fase. In questa bolla di protezione che ci capovolge, che ci sconquassa, che ci fa scivolare a testa in giù poi tornare su.
Mai avrei pensato di vivere una cosa che scardinerà gli equilibri. Che stravolgerà le abitudini.
Di scrivere di un’epidemia globale. Di trovarmici dentro. Di vivere un qualcosa che rivoluzionerà le nostre vite. Che le metterà alla prova. Che scardinerà le abitudini, i ruoli, i comportamenti. Che ti farà avere paura dell’altro. Dei tuoi simili. Dei diversi.
Che stravolgerà la storia.
Che la segnerà con l’inchiostro nei libri. O con i pixel nei digitali.
Che metterà tutti sull’attenti. Che imporrà a rapportarsi col prossimo. A godere delle piccole cose.
Ad amare le distanze. A odiare le vicinanze. Mai avrei pensato di scrivere di un qualcosa che scardinerà i principi quotidiani. Che ribalterà il certo. L’acquisto.
L’assodato.
Che per qualche tempo toglierà le strette di mano. I baci. Gli abbracci. Il tempo perso. I contatti. Le relazioni. Che ti farà dire che devi essere veloce.
Perché questo non è solo un virus.
Questo è un mostro che stravolge le cose. Che isola. Che annienta. Che ti immobilizza. Che recide i contatti. Che blocca i saperi. Gli incontri. I convegni.
È un mostro che blocca la circolazione dei mezzi. Delle idee. Che ci fa stare in gabbia. Che ti costringe alla tua regione. Che con gli occhi non puoi vedere altrove.
Terribile. Ma si vince.
Questo è un mostro dai riccioli in testa che pretende di annientare i saperi. Di immobilizzarci tutti. Di farci chiudere. Isolare. Di non farci prendere voli. Treni. Taxi. Questo è molto di più di un morbo del corpo. Questo è un morbo dello spirito. Dell’anima. Della società intera.
Ma noi siamo più forti.
Questo è il cattivo delle Tartarughe Ninja, Krang, che ora ci impone di usare quello di cui abbiamo sempre abusato.
Lo smartphone. Il digitale. Il web.
Quel mondo che abbiamo tanto voluto dimenticando il tatto. Il contatto. Le parole.
Siamo pieni di amici. Invisibili.
Siamo pieni di contatti. Solo online.
Viviamo così tra mille impegni e caselle registrate e ora dobbiamo fare i conti con qualcosa che non si annota. Che non si appunta.
Che c’è. Sospeso. Non si sa dove.
Perché di sicuro ne usciremo. Ma stravolti. Depurati. Riappacificati.
Più forti.
Torneremo a produrre in casa nostra. Ad apprezzare le relazioni. Le strette di mano. I baci. Gli abbracci. Le piccole attenzioni. Torneremo a esplorare i nostri luoghi, quelli sconosciuti. Andiamo in India quando dietro casa c’è un mondo che ti aspetta. Arriva sempre quando ne hai bisogno. Quando non puoi farne a meno.
Questo sta succedendo nel 2020 nel mondo.
Seguitemi e scrivetemi per qualsiasi storia.
#sbetti
#Coronavirus
#Storie2020

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...