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LETTERA AL #VENETO, ai #VENETI
Sapete che cos’è questa?
È l’immagine di un bambino e della nonna che guardano la devastazione sul litorale veneziano giovedì scorso.
Una tromba d’aria impazzita che nel giro di pochi minuti ha spazzato via tutto.
Tetti delle case, alberi completamente sradicati e lanciati in mezzo alla strada, auto e roulotte sfondate, campeggi devastati, bungalow e tende strappate, squarciate, lettini in spiaggia fatti volare per centinaia di metri, strade bloccate, pali della luce pericolanti, linee ferroviarie interrotte, vie d’accesso e di fuga ostruite, feriti trasportati d’urgenza in ospedale e poi il caos, il caos ovunque.
Le sirene dei mezzi di soccorso correvano più veloci delle raffiche di vento.
Perché ora, adesso, da quando quell’8 luglio di due anni fa un tornado di potenza F4 spazzò via tre comuni della Riviera del Brenta, in #Veneto, c’è il terrore.
Il terrore che tutto ciò possa riaccadere.
La mattina di giovedì era soleggiato. Afa. Un’ afa terrificante. La gente per la strada diceva: “Se oggi piove fa il disastro”, “Speriamo non faccia come due anni fa”, “Adesso, ogni volta hai paura che sia un tornado”. E infatti.
Il disastro lo ha fatto. E la potenza era simile a quella di un tornado.
Ma il Veneto. Il Veneto si rialza sempre.
Il Veneto è un esempio, il Veneto è un inno alla vita.
Oltre quattrocento alberi caduti, enormi pioppi sradicati e catapultati in strada, arbusti e fogliame ovunque, oltre trenta auto danneggiate e sfondate, decine di case e palazzi danneggiati, e poi.
Poi le strutture balneari. Mescolate come il vento mescola i castelli di sabbia.
Lettini come carte da gioco stesi a terra.
Poi i feriti. Trenta feriti ricoverati a #Jesolo e altri quindici a Venezia.
E i soccorsi che hanno sputato sangue come sempre.
Nel giro di una notte la gente si è rimboccata le maniche e le spiagge da Jesolo a #Cavallino sono pronte.
Pronte per ripartire.
E la conta dei danni è di circa dieci milioni di euro.
Le squadre di soccorso hanno lavorato giorno e notte. Notte e giorno per salvare il salvabile, per tranquillizzare, per sgomberare le strade, per rimettere in piedi una spiaggia perché nonostante tutto è estate.
Vigili del fuoco, sanitari del Suem, carabinieri, polizia locale, elicotteri del 118, operatori e volontari della protezione civile, uomini dell’associazione nazionale Alpini.
Sono sempre lì.
E li vedo quando per lavoro mi trovo sui posti degli incidenti o in qualche altra situazione di emergenza.
Sono lì che sputano sangue, che lottano contro le frazioni di secondo, che si arrampicano, che attraversano i pericoli più difficili. Sono lì che si vestono in fretta, che spengono incendi, che liberano qualcuno dalle lamiere, che soccorrono le persone, che danno loro acqua. Sono lì che operano quando tutto intorno è caos mantenendo una freddezza, una lucidità e un autocontrollo invidiabili.
Ma soprattutto sono lì che salvano vite.
E il Veneto anche questa volta si è rialzato. Anche questa volta s
i rialza.
#buonaseratasbetti


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