Ok cominciamo. Tutti seduti a ferro di cavallo. Pronti? Mezza? Via!
E così per una volta le domande non le ho fatte io ma le hanno fatte loro.
Tutti in semicerchio e tu in centro, sotto esame.
Dalla domanda più banale alla più difficile, tutti a cercare di capire com’è questo lavoro e come si comincia a scrivere per un giornale.
Mettersi a nudo dinanzi ai bambini è stata un’ esperienza bellissima; dopo un po’, se ti lasci trasportare dal loro entusiasmo, ti ritrovi in un mondo stupendo dove quello che ti viene chiesto è puro, senza mezzi termini, senza secondi fini.
Dal “perché fai la giornalista?”, a “perché ti piace?”, da “qual è l’articolo più bello che hai scritto o la storia più difficile che hai raccontato” a “quante ore dormi a notte, dove mangi, dove scrivi, quanto tempo impieghi a scrivere?” fino a “perché hai scelto di fare questo mestiere?”.
Tutte domande alle quali rispondi con la naturalezza e l’ingenuità di un bimbo. In un mondo lavorativo dove in tutto ciò che dici devi dosare le giuste parole; in un mondo dove se ti viene chiesto o detto qualcosa, devi innanzi tutto chiederti perché ti viene chiesta quella cosa; respirare un’ora di pura e sana libertà, in mezzo ai bambini di una curiosa classe V, è stato un toccasana. Parlare di quello che fai, di quello che sei, con degli occhi immensi che ti guardano incuriositi ha avuto i suoi risvolti positivi. Sapere che hai trasmesso la voglia a qualcuno di intraprendere questo mestiere, ti fa capire che vale la pena crederci.
Mi hanno chiesto: “Perché l’ho scelto?”
In realtà credo sia lui che abbia scelto me. Anche se, tuttavia, io, ora, lo scelgo ogni giorno.
Ai bimbi che, oggi alla domanda “a chi da grande vuole fare il giornalista?”, hanno alzato la mano, dico, dal basso bassissimo della mia esperienza, se volete farlo, credeteci sempre, fino in fondo, mettendo sempre voi stessi in qualunque riga scriviate, in qualunque punto mettiate.
Abbiate sempre il coraggio di chiedere, di fare, di proporre e di scrivere la verità.
Fare il giornalista è un po’ come preparare un dolce, hai tantissimi ingredienti, devi scegliere quelli giusti, senza dimenticare i più importanti; magari aggiungendo quello che da un tocco in più alla tua torta, che la rende bella. A volte la torta è già fatta e per poter capire qualcosa devi spezzarla, tagliarla, ridurla in tanti pezzettini per capire di che pasta è fatta.
Però, anche quando la matassa vi sembra insormontabile, vi sembra difficile da tagliuzzare, non arrendetevi.
Mai.
Provate tutte le strade possibili immaginabili, non perdete mai di vista il vostro obiettivo, quello che dovete cercare e anche quando il filo che state seguendo si ingroviglia: sedetevi, respirate, chiudete gli occhi e sgrovigliatelo; fino a farlo diventare limpido, lucente e chiaro come la verità.
Solo così diventerà, ogni giorno, la storia più bella che abbiate mai scritto.
Una buona fortuna e che il vento vi sia sempre favorevole.
Serenella