
Quando le luci si spengono e quello che rimane è un cumulo di detriti e macerie, c’è un intero paese che ha storie da raccontare. Più semplice parlare dopo, quando le cose sono già successe. Più semplice a volte far finta di niente, voltarsi dall’altra parte, una forma di difesa quella dell’essere umano che pensa che tanto certe cosa non accadono. Certe cose accadono solo nei film. E infatti questa terribile storia sembra un film. Con un finale tragico. Uno di quelli che non puoi riscrivere, tra morti feriti e tre fratelli trasformatisi nei più spietati carnefici. “A quelli – mi dice oggi una persona al telefono – andava fatto un tso ancora vent’anni fa, eppure nessuno se n’è mai interessato. Come facevano a vivere in quelle condizioni. Senza acqua né luce né gas. Senza medico. Mi viene da chiedere adesso, ma la residenza almeno ce l’avevano? Qualcuno ha controllato? Erano registrati all’anagrafe?”. Una vita agra la loro, misera, vivevano come naufraghi naufragando nella loro solitudine.
Dopo quel legame indissolubile con chi li aveva messi al mondo, si erano sempre più attaccati alle uniche cose che avevano. Quella casa resa inoppugnabile. E quel legame di sangue che li rendeva così uniti. Le immagini impressionanti della casa all’interno – le abbiamo pubblicate sul Fatto – documentano bene come queste persone vivevano. Locali sporchi, bagni incrostati, ammassi di materassi, suppellettili e rifiuti di ogni tipo.
E le immagini di quella che era la casa di famiglia, erano da qualche tempo su Idealista.it. L’appartamento all’asta in via San Martino 39, partiva da un’offerta minima di 140.250 euro. L’incanto era fissato per il 23 ottobre 2025. Nell’inserzione si parla di “piena proprietà di un complesso con all’interno un nucleo rurale di antica origine, costituito da un’abitazione disposta su due piani, con annessi deposito, tre stalle, tettoia e autorimessa”. Il delegato alla vendita, tra l’altro, fino a marzo 2024, era il notaio Laura Curzel che poi ha rimesso la delega, passata al notaio Roberto Tordiglione: “Ho sostituito la collega, perché lei aveva segnalato una situazione pericolosa – mi ha detto Tordiglione – l’asta è stata più volte rinviata perché i fratelli si sono opposti in tutti i modi”. E infatti, sul Fatto li abbiamo ampiamente raccontati. E il resto, come sia andata a finire, lo sappiamo. In guerra con il mondo c’è chi li definisce paranoici, vendicativi, invidiosi. “Avrebbero difeso la casa pure con il tritolo”. Lavoravano di notte, dormivano di giorno, quando calava l’oscurità qualcuno dice andassero a rubare le balle di fieno. Le mucche poi non erano mica registrate. Erano tenute in condizioni limite che mi chiedo anche come nessuno abbia mai potuto far niente.
sbetti
Sul Fatto Quotidiano 🗞️ del 16 ottobre 2025

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