Quando i genitori di Davide mi ricevono a casa è una mattina di settembre. Lo senti in questa casa che manca qualcosa, qualcuno. Il ricordo di Davide è lì presente, fisso, costante, è impregnato ovunque. Nelle pareti, nell’aria, negli occhi dolci della madre e in quelli mesti del padre.
Aveva 17 anni Davide. Tempo un mese e ne avrebbe compiuti 18.
Una vita piena di sogni. La fidanzatina Lucrezia. Il fratello più piccolo. L’essere così legato a lui come vivessero in simbiosi. I genitori. La motocross. La scuola. Le sue passioni. Il fratello gli diceva sempre che avrebbe voluto mettere su un’officina. “Io sto dietro con la tuta – gli diceva – tu studia, stai davanti, fai meccatronica”.
Accanto al tavolo del salone c’è una foto che parla di loro: ritrae Davide con il fratello.
“È un inferno quotidiano”, mi dice la madre piangendo. “Davide non c’è più”.
Il dolore è impossibile da cancellare. Soprattutto se sai che chi ha fatto del male a tuo figlio è ancora libero. E lo sarà sempre.
Al braccio destro la madre ha tatuato il nome del figlio. Al collo indossa la catenina con la sua iniziale.
Davide Pavan è morto la sera dell’8 maggio 2022. Aveva passato la serata dalla fidanzatina. Stava rincasando con lo scooter quando a Paese, comune del trevigiano, è stato centrato in pieno da un’ auto. Davide è praticamente morto sul colpo. A causare l’incidente un poliziotto risultato poi positivo al test dell’alcol e che viaggiava a velocità sostenuta. L’agente ha patteggiato una pena di 3 anni, 6 mesi e 10 giorni. Ma praticamente non ha fatto un giorno di galera.
Anzi ai genitori del ragazzo è arrivata una fattura di 183 euro da parte della ditta incaricata dal comune di Paese per pulire la strada rimasta sporca del sangue del figlio e per levare i rottami dell’incidente.
Quando il padre mi parlava si vedeva che aveva tanto da dire. Avrebbe voluto dire di più. Ma qualcosa lo smorzava. Non ce la faceva. Era come se si fosse rassegnato. I soldi che hanno avuto di risarcimento dice sono soldi sporchi. Si sentono anche in colpa a spenderli. “La casa poi”, mi dice. Questa casa è troppo grande. Troppo grande senza Davide. “Brucerei tutto”.
A un certo punto suonano alla porta. La madre si alza. “Scusi devo rispondere”.
“Signora non si preoccupi”.
“È uno dei soccorritori di mio figlio…”
La mia intervista su La Verità.
👉 https://www.laverita.info/pavan-vedelago-ingiustizia-2665710414.html
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