Accadono cose inenarrabili.
A Treviso, un bengalese, Osain Mohamed Sharif, giusto per non fare nomi, 35 anni, dopo aver tentato di fare una rapina, ha preso e ha accoltellato una persona.
Il problema però non è questo. O meglio non è solo questo. Perché ormai di gente che non condivide le nostre norme e che delinque ne è pieno il nostro Paese, ma il problema – ed è anche quello che mi lascia più perplessa – è che il bengalese dopo il tentativo di rapina è stato preso. Poi quando l’hanno scarcerato, la sera stessa, non pago delle sue prodezze, ha deciso di sferrare una coltellata a un volontario della mensa dove andava a riempirsi la pancia con i soldi degli italiani.
Ora, di come un giudice possa rilasciare un immigrato irregolare, senza fissa dimora, e per giunta colpito già da un decreto di espulsione, mi piacerebbe saperlo, ma per ora i fatti sono questi.
Tutto è iniziato lunedì mattina scorso, quando il nostro show man ha tentato di rapinare un internet point di un connazionale. Per mezz’ora, racconta il Gazzettino, ha seminato il panico, ed è andato avanti a seminarlo fino a che la polizia, nonostante una breve fuga, non lo ha arrestato.
Giunto all’udienza di convalida, il gip gli aveva dato l’obbligo di risiedere nel capoluogo della Marca, imponendogli di presentarsi ogni giorno alla polizia giudiziaria.
Il che fa abbastanza ridere.
È come dire a un bambino: “non metterti più le dita nel naso e ogni due ore vieni qui per mostrarmi che le dita sono pulite”.
Il bambino che non è stupido starà ben attento a infilarsi le dita nelle narici e perlustrarle per bene, quando l’adulto non lo vede. Quindi mi piacerebbe sapere se il giudice abbia figli. Perché come ci arriva un bimbo a far le cose di sotterfugio, non si capisce perché non possa arrivarci anche un delinquente, che nella lingua italiana è uno che delinque. Delinquere, cito Treccani, significa “Infrangere le norme stabilite dalla legge penale”. Macchiarsi di una o più colpe. Minacciare la gente e tentare una rapina, mi risulta che siano ancora attività espressamente vietate dalla legge.
E veniamo alla sera stessa del rilascio. Il nostro giovincello baldanzoso si è presentato alla mensa dei poverelli con una roncola di 21 centimetri. Alla faccia. Sti cazzi. Ce l’aveva bella lì infilata nei pantaloni e quando gli si è storto il naso ha preso e l’ha tirata fuori.
Quella sera non aveva prenotato, l’inserviente glielo ha fatto notare, e questo gli ha piazzato il coltello alla gola. Un taglio che è costato al volontario vari punti e una prognosi di 15 giorni. E nel mentre gli altri partecipanti alla mensa erano increduli, il bengalese – tanto siamo nel Paese dei Balocchi – è scappato.
Le forze dell’ordine, come si usa dire nel linguaggio cronistico locale, sono intervenute nel giro di breve e nel giro di breve lo hanno rintracciato.
Il bandito, che godeva anche della protezione internazionale, è stato fermato dalla polizia in un parcheggio dove lui è solito bivaccare insieme a un gruppo di amici e altri connazionali che attendono il permesso di soggiorno. Permessi che, ve lo confido apertamente, non arrivano mai. Ma che tanto anche se arrivassero servirebbero ai clandestini per fare qualche attività in mancanza della carta da gabinetto.
Il fuggitivo così quella sera si è divincolato. Ha iniziato a correre. È scappato. Lì è iniziata una lotta con uno degli agenti, che poi è stato dimesso con qualche giorno di prognosi. I militari lo hanno braccato. Caricato nella volante. E ora dicono sia in carcere. Non si sa ancora per quanto.
Tranquilli, questa è tutta gente a cui diamo la protezione internazionale. Diteci quanto è bello accogliere.
sbetti
