
Mi è esploso un capillare nell’occhio. Non so a cosa sia dovuto. Capita dicono. Sarà che non sto mai ferma. L’altro giorno finché pensavo a come fare un lavoro, sfregavo la mano sul volto. Non si fa. Ce l’avevano insegnato anche col covid.
Così può essere sia stato quello. Oppure può essere che doveva esplodere punto. Fatto sta che ora ho sta roba rossa che mi sguazza dentro il bulbo, nella parte bianca e che mi costringe a portare gli occhiali da sole anche quando parlo con le persone. Una cosa che odio. Fino all’altro ieri la parte rossa era grumosa invece adesso si è appiattita. Ammorbidita. Spalmata. Sarà anche questo clima. Non la senti la pressione che c’è in Italia. Non lo senti questo clima così soffocante, opprimente, degradante. Sembra facciano a posta a farti stare male.
A proposito.
Il Cremlino da oggi è pronto a bloccare il petrolio ai Paesi che impongono un tetto al prezzo del gas. Un ricatto insomma. Del resto c’era da aspettarselo. Sono mesi che i potenti vanno avanti a farsi dispetti, e tutto intorno non c’è che un cimitero di aziende e croci di famiglie.
Ma tant’è.
Dicono che da questo autunno, chissà arrivi presto che non ne posso più di vedere gente rozzamente scoperta, ci sarà un grado in meno negli edifici. Per fortuna. Sinceramente ogni qual volta sono entrata in quelli pubblici, a cominciare dai comuni, mi sono sempre chiesta se avere le maniche corte in pieno gennaio non fosse un tantino esagerato. Dipendenti statali con il sedere al freddo o al caldo a seconda delle stagioni.
Poi c’è anche un piano b. Ossia se non basta, avremo i negozi chiusi prima, i ristoranti anche e anche le scuole faranno orario ristretto dal lunedì al venerdì. Qualcuno, ma mi auguro non sia vero, per risparmiare aveva proposto il ritorno allo smartworking e alla dad – queste atrocità umanitarie – ma mi chiedo in che modo. Da che mondo e mondo se hai 40 persone tutte nello stesso locale, riscaldi un locale solo, se invece le dislochi ognuno a casa sua, sarai costretto a riscaldare 40 locali. Mi pare un’operazione ovvia. Non ci vogliono menti eccelse per capire questo. L’altro modo per risparmiare energia è il mantenimento dell’ora legale tutto l’anno. Il 9 comunque si deciderà che fare. Ossia quelli che i problemi li hanno creati, si ritrovano per risolverli. Un po’ come quando una coppia litiga e la sera discute a tavola.
In tutto questo, con i poveracci, i disgraziati, le famiglie ridotte male, l’agenzia delle entrate veloce veloce come un fulmine, manda le cartelle. Sugli italiani piovono 20 milioni di cartelle esattoriali. Dieci già arrivate e un altro milione che arriverà nel 2023. Quattro milioni sono da pagare entro il 31 dicembre e sono quelle congelate per l’emergenza sanitaria. Ora che l’emergenza è finita, l’agenzia delle entrate come un avvoltoio senza scrupoli si nutre dei suoi cadaveri.
Mi chiedo con quale creanza si possa arrivare a chiedere in un momento come questo agli italiani il pagamento delle cartelle esattoriali, quando sappiamo perfettamente che i negozi bar ristoranti che tengono aperto adesso hanno guadagno pari a zero. Veramente non lo capisco.