
Oggi è il giorno del mio compleanno ed è anche la giornata mondiale della Libertà di Stampa.
Sto seguendo con assoluto ardore le polemiche sorte per lo scoop clamoroso, come scrive Libero oggi, degno della Fallaci, dell’ottimo Giuseppe Brindisi che ha intervistato domenica sera durante il suo Zona Bianca, il numero due del Cremlino, niente di meno che Sergej Lavrov.
La sinistra si è indignata perché dice: “Cacchio è. Intervisti uno in prima serata reo dei peggiori crimini assieme a Putin”.
Il leader del Pd, solo lui poteva essere, Enrico Letta ha detto che è “un’onta insopportabile” e qualche collega di sinistra invidioso come la morte si è detto indignato per lo scoop di un altro. Grazie al cazzo. Se lo faceva lui lo scoop di sicuro non si indignava anzi si incensava.
Ma la sinistra è così. L’ho provato sulla mia pelle. Quando ho intervistato Bolsonaro. E in altre occasioni.
Quando non arrivano dove arrivi tu, anziché congratularti per il tuo lavoro, fatto di sacrifici e passioni e tragedie, o semplicemente stare zitti, ti gettano la mota addosso.
Poi, oltre a gettarti il fango tentano e fanno di tutto per tirarti giù nella mediocrità dove sono loro.
La sinistra vorrebbe che il mondo fosse un acquitrino acquoso di melma e acqua che ristagna sul terreno dove la gente viaggia tutta alla stessa velocità senza meriti né pregi né difetti né valori.
Consentendo di parlare solo a chi dicono loro. Non sono rari i casi di quando la sinistra a parlare in pubblico chiama l’amico dell’amico dell’amico dell’altro amico. Ma tant’è. Come ci siamo dimenticati di quando Repubblica se ne uscì con quell’intervista al capo dell’organizzazione terroristica che aveva sequestrato Silvia Romano. Tra parentesi intervista forse nemmeno mai rilasciata secondo il portavoce dell’organizzazione. Almeno qui in carne e ossa abbiamo visto un’intervista degna di essere un’intervista del secolo, arrivando a comprendere finalmente in toto che la Russia è in mano a dei pazzi che sparano deliri. Il direttore dell’Informazione Maurizio Crippa ha detto: meno male che c’è stata questa intervista. Almeno ora sappiamo con chi abbiamo a che fare. “L’intervista è un documento che fotografa la storia contemporanea”. Anche perché scusate ma basta essere un po’ intelligenti e aver seguito Zona Bianca per capire che la trasmissione diretta da Brindisi è sempre stata filo ucraina.
Ai cori della sinistra si è aggiunto anche il premier Mario Draghi con lezioni di giornalismo non richieste.
Perché, vedete nel giorno della Libertà di Stampa, che finalmente trionfa, non come vorrebbe la sinistra che la libertà esiste quando la pensi come loro, Brindisi, piglio giusto, giornalista vecchio stampo, nato a Modugno, ha fatto quello che ogni giornalista dovrebbe fare: tirare fuori notizie, creare casino, cercare scoop.
Quello che alcuni ormai non fanno più, limitandosi a copiare e incollare comunicati stampa, ridotti cagnolini del potere, molto impegnati a piegare il sedere. I parolai ancora ancora una volta hanno perso la loro occasione per stare zitti.
Fa ridere.
Si riempiono la bocca dell’assenza di libertà d’informazione in Russia.
E intendono portarla da noi.
Imbarazzante.
auguri 🙂
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