
C’è una narrazione che prende una certa piega e che mi fa paura. Ed è la paura di non essere creduti. Accade sempre nei processi per stupro. O per violenza sessuale. Ma accade anche prima dei processi.
Le vittime, oltre a doversi difendere, devono dimostrare che hanno subito una violenza sessuale. In tutte, ancora prima di iniziare il dibattimento si arriccia un pensiero ricorrente. Un incubo. Che è quello di non essere credute.
Questo è un po’ quello che sta accadendo con l’Ucraina. Al di là delle narrazioni. C’è ancora chi mette in dubbio che la Russia sia l’invasore. Anche il Cremlino nega tutto.
E l’Ucraina per il timore di non essere presa sul serio è costretta a dover fornire le prove di qualunque misfatto. Le prove, soprattutto nel nostro lavoro sono fondamentali. I dubbi anche. Ma dinanzi alle testimonianze. Dinanzi alle foto. Quali altri dubbi vogliamo sollevare? Ne ho avuto la conferma stasera. Nella immagine che qui posto si vede una bella ragazza che ha aderito alla campagna: posta una tua foto a sinistra e accanto una foto di una persona morta nel massacro di Bucha. Nella foto c’è scritto: “Quella a sinistra sono io. Ma anche quella a destra avrei potuto essere io”. Il governo russo ha preso queste foto modificandole e cambiandole totalmente. Scrivendoci sopra: “Questa sono io. E quella a destra anche. I russi mi hanno ammazzato perché sono Ucraina”. Anche una persona povera di comprendonio sarebbe arrivata a capire che una persona morta non può avere scritto niente. I russi infatti lo hanno fatto per questo. Per far vedere che è un falso. Massimo Giletti però ha contattato una di queste ragazze e c’ha parlato. È andato in onda un audio tradotto dove si sentono le parole della giovane ucraina spiegare che i russi hanno modificato il post. Dinanzi a questo il giornalista russo Bobrovsky in collegamento in studio ha asserito che non era vero. Che era tutto falso. Che era una montatura.
Che gli ucraini e gli occidentali inventano tutto. Giletti letteralmente gli ha detto che non doveva permettersi di prenderlo per il culo.
Siamo d’accordo sul fatto che per parlare bisogna vedere. Ma è anche vero che non basta mai.
Quando ti stupreranno ti diranno che ti sei inventata tutto. E questo fa paura.