
“Come va?”.
“Non lo so come va”.
“Se guardiamo il mondo…”.
“Se guardiamo il mondo va di merda”. Comincia così una conversazione tra me e un parroco. “Un pazzo – mi dice – Un folle. Come facciamo?”.
“Non lo so – gli rimbecco – A me sembrano pazzi tutti”.
Siamo tornati indietro. La guerra. Le armi. I combattimenti. Putin ha trascinato il mondo sull’orlo della terza guerra mondiale.
Dopo il covid che altro deve ancora accadere?
La bomba atomica.
La bomba atomica è una roba che polverizza tutti. La fine del mondo decisa dai tuoi stessi simili. Che merda.
La guerra i giganti la discutono in cravatta nei salotti. Mica come i disgraziati che imbracciano le armi. Ma è lì la bomba nucleare. Quello spettro che credevamo essere distrutto. L’avevamo studiata nei libri di storia la bomba atomica. Non c’era libro che quando arrivavi alla fine dell’anno si aprisse su quell’enorme fungo. Fa impressione. Fa paura. Fa orrore. La bomba e lì su quel tavolo che traballa, basta premere il pulsante. In due anni siamo tornati indietro a epoche dimenticate.
Il covid come la peste. La guerra in Europa come la terza guerra mondiale. Perché questo è. È inutile girarci attorno. I racconti dei nostri nonni. Gli squarci aerei che arrivano improvvisi. Tutti in fuga verso un rifugio. La guerra che si combatte casa per casa. Metro dopo metro. Quartiere per quartiere. Avanza uno. Indietreggia l’altro. La gente porta via le cose. Fa scorte. All’Ucraina arrivano armi. Nemmeno un cessate il fuoco temporaneo. Un attimo di respiro. No. Niente. Si respira temendo fosse l’ultimo.
Pensate che Putin ogni giorno tra cartucce missili granate e stipendi spende 230 milioni. Hai voglia a sfamare i disgraziati del mondo. Ma niente. I potenti non ci sentono. L’altro giorno al tavolo dei negoziati tra Ucraina e Russia a Gomel si sono seduti in dieci. Cinque ucraini e cinque russi. A muovere le pedine da un lato Oleksii Reznikov, ministro della Difesa di Kiev, fedelissimo di Zelensky, proveniente dalla roccaforte del nazionalismo ucraino. Dall’altro l’ex ministro Medinsky, consigliere di Putin, figlio di uno dei liquidatori di Cernobyl. Inquietante. La Russia batte l’America per il numero di testate nucleari: 6400 vs 4018.
Questa minaccia che credevamo sepolta.
Invece. Invece in un lampo ci siamo ritrovati come se quello che abbiamo non ci è dovuto. La salute. L’aria. La libertà. Il diritto. Te li devi conquistare a piccoli passi. Ma soprattutto abbiamo capito – almeno alcuni forse non tutti- cosa sia la fortuna di poter vivere in un Paese in pace.