Non so a quanti freghi del presidente della Repubblica. Ma voglio immaginare questi giorni come quelli che precedettero lo sbarco sulla Luna. Era il 20 luglio 1969. Tutti connessi alle reti televisive o tutti col naso all’insù a vedere questo bolide albeggiare in volo e saettare nell’universo.
Ore che sembrano sospese per chi vuole vedere come andrà a finire.
Il centro destra ha proposto Carlo Nordio. Più Letizia Moratti e Marcello Pera. Che sinceramente di Nordio sarei anche grata. Ma lui dicono abbia fatto intendere: “grazie non son degno”. Invece degno lo è.
Se non altro perché per la prima volta al museo delle cere avremmo un personaggio di spicco di un certo calibro, non nove, che almeno ha carisma e personalità e non si fa mettere i piedi in testa. Pratico. Pragmatico. Non molle.
Alle palme di Mattarella finalmente che ruotano dietro la sua immagine durante il discorso di fine anno – palme che i professori di sinistra, per non fare nomi Montanari, pensano facciano le banane e invece fanno i datteri – ecco alle palme potremmo aggiungere un discorso con i fiocchi finalmente pragmatico, serio, solido, costruttivo. Certo costruttivi lo sono tutti.
Ma Carlo Nordio non andrà mai su, perché dice le cose come pensa pur non avendo interessi politici. Infatti sono chiare le sue posizioni sui migranti. E si è spesso pronunciato anche “salvando” Salvini. Quando l’avevo intervistato mi aveva anche detto: “Da che pulpito la Francia, che ci dà lezioni di bon ton respingendo i migranti a suon di baionette”. Anzi mi disse anche quando uscì quella faccenda su Morisi, che la sinistra ha sempre fatto così. A ridosso del voto usa le indagini. L’ha sempre fatto anche con Berlusconi. Ma Carlo Nordio, classe 1947, magistrato, ora in pensione, ex procuratore aggiunto di Venezia è il titolare dell’inchiesta Mose. Uno dei più brutti scandali giudiziari della storia italiana. Che quel 4 giugno 2014 apriti Cielo pensavamo venisse giù tutto. Carlo Nordio è colui che ha alle spalle le indagini di Mani Pulite, le Brigate Rosse, Tangentopoli. Critico verso i giudici e le autorità religiose, se andasse al Colle probabilmente è la volta buona che riusciamo a risanare la magistratura. Sul caso della nave Diciotti aveva chiarito che Salvini, semmai, doveva essere giudicato sul piano politico e non giudiziario. Sui migranti mi aveva detto: “Evidentemente nei governi precedenti abbiamo fatto accordi per cui ce li teniamo tutti qua. Tutto questo andrebbe spiegato alle autorità religiose, agli italiani, a tutti. I veri poveri restano lì, i migranti che arrivano non sono denutriti. I trafficanti sono intelligenti e spregiudicati, confezionano i gommoni, come si confezionano i pacchi di natale, mettono dentro due o tre bambini destinati a morire per farci cadere nell’emotività. Noi non li prendiamo perché siamo buoni, ma perché siamo rassegnati”. Chissà se ci rassegneremo anche a un Mattarella Bis?

#sbetti


Scopri di più da Sbetti

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.