
L’immagine di Fedez e della Ferragni che indossano quasi lo stesso paio di tacchi la dice lunga su quanto noi siamo coglioni.
Emblema formidabile degli schemi mentali e comunicativi attualmente in voga.
Loro sì che hanno capito come si fa comunicazione.
Schemi ripresi da tutti i talebani dell’arcobaleno a suon di like, cuoricini, bao, bao, micio, micio.
Non si capisce bene se Fedez indossando un paio di scarpe dai tacchi vertiginosi voglia prendere per il culo gli uomini o le donne.
Perché nell’insieme dai contorni non ben definiti di gay, lesbian, bisexual, transgender, queer, intersexual, asexual, non si capisce se sia un modo per prendere per i fondelli queste categorie protette dagli eccessi e dagli estremismi del politically correct o se sia un modo per denigrare semplicemente gli eterosessuali facendoli apparire una sorta di idioti perché viviamo un’epoca in cui se pubblichi un nudo artistico ti censurano ma se invece ti vesti ridicolizzando coloro che hanno scelto di amare quelli del loro stesso sesso, e non c’è niente di male in questo, allora va bene tutto.
Perché se questi sono i modelli che i nostri ragazzi hanno. E che dovrebbero seguire travolti dall’onda del politicamente corretto, rendendo liquido tutto, stiamo freschi.
Questa immagine che i diktat del politically correct e i dogmi del progressismo non censurano, rappresenta la deriva e il baratro in cui siamo caduti.
Non ha niente a che vedere con l’arte.
La scenografia. La forma artistica. La bellezza che si fonde sopra un palco per raccontare e rappresentare pezzi di vita.
Lontani e ampiamente dimenticati sono i tempi alla Renato Zero dove ogni vestito di scena veniva ampiamente soppesato con attenta disamina e serviva alla scenografia stessa.
In questa foto c’è tutto il mondo travolto da uno slabbramento fatale e totale di quello che siamo sempre stati.
Con la presa in giro formidabile di gente che per natura ha deciso di amare lo stesso sesso, ridicolizzata dal Fedez di turno che i politicanti del politicamente corretto tanto proteggono.