
“Non mi sono offesa”.
Sotto il mio appartamento questa sera ci stava una comitiva di ragazzi. Erano sette uomini. E due donne. Avranno avuto all’incirca 17 anni. Uno di loro era in sedia a rotelle e veniva trainato dai suoi compagni. Erano tutti vestiti uguali. Maglia bianca. Jeans strappati. Qualcuno indossava bermuda neri con appesi collane catene e cerchi. Le due donne. Una era magra. L’altra anche. Una avrà avuto una 38. L’altra una 42. Quella che aveva la 42 indossava una felpa. Qui fa freddo la sera. Qui tira il vento. Qui non è come l’afa del nord. Qui c’è il freddo e improvviso vento del sud.
Quella con la felpa rossa è stata presa in giro da un amico che diceva che aveva la felpa perché era grossa.
Quella invece che avrà avuto una 38, nonostante il freddo becco indossava un top da cagotto e jeans strappati dall’ombelico, definito da Osho il centro del mondo.
Le prese in giro sono durate una mezz’ora. Il tempo per me di asciugare i capelli, fumare una sigaretta, stendere la roba, pulire la borsa e prepararne un’altra per la prossima partenza.
Parto un’altra volta.
Lei a un certo punto sbotta in una reazione isterica, si alza di scatto, corre in mezzo alla strada e col vento puntato addosso si toglie la felpa ricordando al mondo che anche lei è magra. “Non mi sono offesa”, continuava a dire.
I ragazzi iniziano a intonare un coro di commenti non richiesti. E la ragazza rimane lì con loro.
Giuro che volevo scendere per prenderli a sberle. Ho sempre nutrito un certo odio verso chi si permette di commentare il fisico di una donna. Compresi quelli allupati che ti scrivono “sai che sei proprio carina?”. Come se bastasse un complimento finto per portarti a letto.
L’altro giorno invece al mare ci stavano due ragazze e una delle due fa all’altra: “Sai, Mirko mi ha detto che con il vestito che avevo ieri sera non stavo bene”.
“Ah no? E perché?”, chiede l’altra.
“Perché dice che mi incicciotta troppo – cito testuali parole – e non mi valorizza”.
Allora l’amica le dice: “ti incicciotta troppo? Ma se peserai 40 chili bagnata!!! Ma perché non lo mandi a fareinculo?”.
Anche a me era successo. Un limitato e disagiato mi aveva detto che le mie gambe erano paffutelle. Paffutelle???
Allora sbotto e dico alla ragazza: “Già, perché non lo mandi a fareinculo?”.
La ragazza mi guarda e mi sorride. Io le dico: “non so chi sia sto Mirko, nemmeno lo voglio sapere. Ma credimi, meglio perderlo che trovarlo”.
La ragazza avrà avuto taglia 38, piccola, magra, forme al posto giusto. Non aveva veramente niente che potesse far credere a un incicciottamento, quale l’ha chiamato il demente.
Eppure lei continuava: “ma no forse ha ragione. Non vedi qui?”. E si contorceva la pancia ripiegandola su se stessa, stando seduta, come a voler dimostrare che si in effetti se stai seduta e piegata i rotoloni di ossa e carne si vedono tutti.
“No, no, ha ragione – poi ha concluso – da domani frutta e verdura”.
Allora prima, in questa foto nata così per caso, ci pensavo e mi ha messo rabbia e paura.
Rabbia perché ancora andiamo dietro ai commenti di qualche demente fissato con bresaola e carne di canguro che siccome non riesce ad avere il fisico perfetto è nettamente risaputo che si rivale sulle donne, e paura perché comportamenti del genere e paranoie tali, se non prese in tempo, possono condurre a disturbi alimentari anche gravi.
Una donna non può sentirsi apprezzata solo se un uomo la apprezza o sentirsi rifiutata se un uomo la rifiuta.
E tutta questa dipendenza dal giudizio altrui finirà per produrre gente malata in mano a dei dementi.
Amatevi.
#sbetti
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