
Siamo andati a vedere dove in Italia persistono le vie intitolate a Josip Broz Tito: il dittatore. Colui che si macchiò del sangue di migliaia di nostri connazionali massacrati trucidati e uccisi nelle foibe. Pagine di storia cariche di orrore.
Cosa direste se in Italia ci fosse una via intitolata ad Adolf Hitler o a Josef Mengele, il dittatore, il mostro, l’assassino, quello che selezionava i bambini di Auschwitz per farne gli esperimenti? E cosa dire invece di quelli che si stracciano le vesti, che si mostrano indignati, che si scandalizzano, che vestiti di tutto punto, col fifì e le giacchette, perbenisti, puritani, politicamente corretti, si infiammano ogni qual volta una via d’Italia venga dedicata a Oriana Fallaci? La storia del giornalismo d’Italia.
Invece per le vie intitolate al dittatore comunista, il più spietato, forse più di Stalin, va tutto bene. Girare per Parma e trovare l’insegna con scritto via Tito Josip Broz, con tanto di Capo di Stato – scritto in maiuscolo – 1892 – 1980, sembra debba essere normale.
E perché allora non intitolare una via a Norma Cossetto invece? Nostra connazionale, studentessa universitaria istriana, torturata, violentata e gettata in una foiba. È stata uccisa dai partigiani proprio di Josip Broz Tito, quello che chiamano Maresciallo Tito, nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943. Lo stesso Tito a cui l’Italia ha dedicato le proprie vie, facendosi sberleffo di tutti gli italiani infoibati massacrati torturati e gettati ancora vivi nelle foibe.
Il servizio sul #Giornale.
Guarda il video: “In che via abita?” “Via Tito, il dittatore”
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