Adoro #Milano. La adoro

Adoro #Milano. Ma io mi innamoro di qualsiasi città. Sangue zingaro che non sono altro. Ma quando dici alla gente che vai a Milano, alcuni ti dicono “che palle”. Cioè la gente pensa che Milano sia la città dei negozi, dei palazzi, del caos, del traffico, della gente inscatolata come sardine dentro la metro, che arriva giusta quei due minuti esatti giusto in tempo per prendere la coincidenza del treno entrando dal gate con scritto “vietato – no entry – verboten – forbitten”. Almeno così a me è successo. Sì insomma dovevo prendere il regalino per mia nipote e non mi sono accorta che il treno direzione Udine stava partendo. Il mio. Non avevo il tempo per farmi controllare il biglietto. Ho beccato un guardiano di Trenitalia e gli ho detto con gli occhi amorevoli: se perdo questo sono fritta. E allora dicevo Milano non è solo la città dei negozi. E dei locali. Milano è piena di arte. Cultura. Bellezza. Milano è piena zeppa di localini dove ci stanno le cose buone da mangiare. E allora la adoro perché ti entra dentro in un modo che non sai spiegare. È la città del tutto incastonato perfettamente tra una frazione di secondo e l’altro che ti riempie di energia. La città dell’ok ci sei. La città del “ogni coincidenza è la mia”. Tutto comincia quando scendi alla stazione. Sei lì che non vorresti farti travolgere da quel turbine impetuoso che scorre nelle strade. Nelle persone. E invece. Invece ti ritrovi catapultata in un mondo che all’inizio non sembra il tuo. Sì insomma. Le prima volte che venivo a Milano mi dicevo. Mamma mia che città. A me sembrava pure calma. Ma era caotica. Caotica da morire. Io che l’avevo vista la prima volta a 15 anni. Ero salita sulla Madonnina. Un giro lungo il centro e poi. Poi me ne ero tornata a casa. Ora. Ora scendi e procedi a passo svelto. Impari ad agganciare la metro giusta. A capire che quando arrivi in stazione verrai travolta da gente che infila i trolley tra le gambe degli altri, gente che corre, che spinge, che aspetta, gente che tutti in fila indiana, in giacca e cravatta si prepara, corre, pranza, parla. Tutti con gli auricolari senza fili che sembrano parlare da soli. E poi. Poi impari che c’è un app se ti serve un taxi. Che ti avvisa quando arriva con un messaggino su whatsapp. Impari dove fanno i gelati buoni. Dove si beve un caffè spaziale. Impari a non mangiare per strada. A camminare a passo teso. Testa alta e col sole attorno. Perché é bella Milano. Bella. Il suo caos inscatolato ti mette una voglia di fare pazzesca. E domani vi racconto di questi scorci di Milano.

Continuando il viaggio.

#sbetti 💙

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