Foto da http://www.babbe.it/sedie_mobile.html

Ho ascoltato il discorso di Renzi finché tornavo a casa in auto questa notte. 

I fari puntati sull ‘asfalto che dissolvevano la strada, scandivano il tempo delle parole del premier. Una strada buia, semideserta, che a mano a mano scompariva dietro di me. Gli alberi impilati come fucili sulla sabbia, velocemente scivolavano via. 

Sembrava come fosse la fine di un’epoca. Come se la radio di settanta anni fa comunicasse che il paese era entrato in guerra. Ora, non c’è nessuno sopra di noi. 

Il discorso di Renzi, al di là delle sue politiche, dovrebbe essere scritto in qualsiasi sala consiliare. 

Perché non era il solito discorso. Era Il Discorso, quello con cui un capo lascia il suo popolo. 

Il voto espresso dagli italiani è il chiaro sintomo che l’Italia è stanca. Il referendum che tutti hanno chiamato costituzionale, in realtà, è uno dei referendum politici che più politici non si può. 

Renzi ha detto “Se non altro oggi gli italiani si sono avvicinati alla Costituzione”. No caro Renzi. 

La gente é andata a votare non perché avesse compreso cosa stesse veramente votando, ma perché tu, con il tuo “Se vince il no, vado a casa”, li hai spinti. O meglio ti sei spinto dritto in porta. Oggi la gente aveva in mente il tuo volto stampato sul pallone di cuoio e ha calciato più forte che poteva. Bam. Bam. Bam. 

Lo sapevi che avresti perso, che non avevi i numeri e li hai voluti provocare. Io ci scommetto che se le persone oggi avessero dovuto votare solo per la riforma della Costituzione, non avremmo raggiunto nemmeno il 30%. E invece la gente che voleva mandarti a casa, ha barrato sul No senza, magari, nemmeno leggere il quesito referendario; anzi, con ogni probabilità non ha nemmeno girato la scheda elettorale dal lato giusto tanto la mina puntava dritta a una croce sul No. Ma la colpa è tua. Soltanto tua. Te la sei giocata male. 

Avresti potuto aspettare e dopo la vittoria del fronte del No, avresti potuto fare il colpo di scena. E dire che te ne andavi. In fondo cosa cambiava? Aspettare qualche mese? Anzi, forse pure vincevi. E invece hai voluto premere il colpo a salve e sparare subito dritto sulla pancia della gente. Non si fa così. 

Le persone ti hanno voltato le spalle. Un errore che ora ti costringe a fare su il trolley e farlo scivolare lungo le scale e i corridoi di palazzo Chigi. Credo che il voto di questo 4 dicembre rimarrà nella storia. Sarà scritto nei libri di storia. Agli italiani non importa che tu ti chiami Renzi, Letta, Pinco Pallo, gli italiani sono stanchi. Ma questa è la riprova, anche, che la sinistra, gli italiani non la vogliono. 

Una sinistra moscia che sgambetta. Che scivola, che tentenna. 

L’Italia ha bisogno di polso. E tu quel polso stasera hai dimostrato di averlo. Ma in ritardo. Peccato. Hai giocato male. Ma una cosa l’ho capita con il tuo discorso: coraggioso, ammirevole, lodevole. Ho capito che la politica si fa con le sedie. Perché vedi, tu sei in alto, ma c’è anche chi sta in basso. E che è veramente a contatto con i cittadini. Con i loro problemi, con le loro sofferenze, con le loro gioie. Se il comportamento che hai messo in pratica tu, lo attuassero anche nei paesi di provincia, nei capoluoghi, nelle regioni, forse la gente sarebbe anche più contenta. 

E magari essendo contenta della politica locale, lo sarà anche di quella nazionale. Se tutti avessero il coraggio di dimettersi perché consapevoli di non essere voluti dal popolo, forse le persone acquisterebbero una fiducia in più nelle istituzioni. 

E invece qui, si rimane ben ancorati alla propria sedia che sgorga di terra e profumo di campagna

Anzi ci si assesta pure meglio, lucidandola e gridando “No, questa è mia”. Qui, si fa un passo avanti, poi due indietro. Poi qualche altro passo avanti. Poi ancora si torna indietro. Poi per codardia, vigliaccheria e attaccamento alla caregha si decide di rimanere seduti come amebe. Uno stormo di automi. Impagliati come stanno i piccioni con sguardi inebetiti. 

Al di là delle riforme e del modo di fare politica, però, un aiuto questa sera al popolo italiano lo hai dato. Soprattuto a quei politici che non si rendono conto che rappresentano gli interessi più vicini ai cittadini. 

E che quando questo mandato di rappresentanza viene meno, meglio chiudere la porta, spegnere la luce e andare via. E invece si rimane qui. A mietere vittime e a cercare consensi al prezzo della libertà. 

#buonanottesbetti 

#lanottedelquattrodicembre


Scopri di più da Sbetti

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.