
“Siamo arrivati al punto di negare ciò che siamo per consentire la realizzazione di accordi commerciali e questo è il comportamento di chi arriva a svendere la propria anima pur di disporre del denaro”
Sono le parole di #Magdi Cristiano Allam in relazione anche alla visita del presidente iraniano Rohani ai Musei Capitolini. Visita in cui ci si è premurati di coprire le statue.
Questa è l’intervista girata in un hotel di Abano Terme per #Telefisco e mandata in onda su Telecittà giovedì 28 gennaio alle 14.30.
“Magdi Cristiano, c’è un passaggio interessante nel tuo libro “Islam siamo in guerra” in cui parli di un sodalizio tra Monti e la Chiesa cattolica. I cristiani sono sfiduciati. Può essere che questo comporti un aumento dei seguaci della fede islamica?”
“C’è da dire che Monti quando nel novembre del 2011 assunse la carica di Capo del Governo era nel gruppo dirigente della più grande banca d’affari al mondo, la Goldman Sachs, così come era ai vertici di una delle grandi istituzioni che determinano il Rating nel mondo. E faceva parte del gruppo Bilderberg. Inoltre era il presidente europeo della commissione trilaterale che era un altro salotto buono di chi conta nella finanza internazionale. Il fatto che la Chiesa abbia indicato per la prima volta dei suoi ministri all’interno del Governo Monti ha lasciato perplessi, proprio per la specificità di questo Governo che ha incarnato in Italia l’avvento del potere della finanza speculativa globalizzata. Ci sono dei passaggi che indicano bene questa connivenza a Milano. La Milano di Pisapia dove abbiamo assistito all’ acquisto dei grattacieli di Porta Nuova da parte del Qatar con un investimento di due miliardi di euro. Dove l’amministrazione di Pisapia è il frutto del sodalizio tra i comunisti.
Tutto questo ci fa comprendere che ci sono intrecci preoccupanti. Poi se tutto questo possa portare a un’ accelerazione della conversione all’ Islam è ardito sostenerlo. Sicuramente fa riflettere e ci avere un atteggiamento critico nei confronti della Chiesa”
“Nel tuo libro parli degli intrecci tra gli istituti di credito occidentali e i fondi bancari islamici. Quali sono?”
“L’ Italia è entrata anche essa a far parte del novero dei Paesi che investono in questi fondi islamici in Europa. Londra è la capitale della finanza islamica. É una realtà legata agli interessi generali nel mondo del petrolio, nel mondo del gas, nell’accesso ai mercati arabi e nella vendita degli armamenti. Tutto questo ci ha portato ad assecondare una visione della finanza islamica che almeno nominalmente risulta diversa dalla finanza tradizionale, poi nella sostanza le cose divergono leggermente. Sicuramente la finanza islamica si è salvaguardata dalle conseguenze negative degli istituti occidentali che operano nel libero mercato, che si sono intossicati con dei titoli fortemente a rischio, i titoli derivati. Nel contesto della finanza islamica questo non è accaduto perché è una finanza che è sostanzialmente legata all’economia reale. Strettamente legata ai beni e ai servizi reali.
“La finanza islamica quindi non avrebbe questi prodotti tossici con cui la finanza occidentale si è indebitata?”
“Esatto. E questo ci deve far riflettere su una degenerazione che ha subito la finanza nel mondo della libera economia, anche per quello che è il risvolto nell’economia reale. Oggi all’insegna della finanziarizzazione dell’economia, che altro non è che il sopravvento della dimensione virtuale della moneta rispetto alla dimensione dell’economia reale, noi stiamo assistendo sia alla devastazione delle imprese che producono beni e servizi reali, sia al crescente impoverimento della popolazione. Questo paradossalmente per il venire meno della massa monetaria in circolazione rispetto alle necessità di chi produce e di chi consuma. Questo ci obbliga a riflettere in modo approfondito sulla realtà della moneta, sulla realtà dell’ euro, della Bce che si riverbera sul livello di tassazione che grava sui cittadini italiani.
“Infatti tu parli di una terza guerra mondiale combattuta con le armi e con il denaro”
“Oggi i popoli vengono effettivamente sottomessi . C’è un indebitamento crescente; in Italia considerando il debito dello stato, il debito delle famiglie, il debito delle imprese e il debito delle banche si superano i 5mila miliardi di euro. Che ogni anno si traducono in circa 230 miliardi di interessi sul debito. Se consideriamo che il Pil italiano è di 1600 miliardi e che il costo della pubblica amministrazione è di 800 miliardi, partire con meno 230 miliardi che sono interessi sul debito significa non disporre delle risorse necessarie per favorire lo sviluppo. Dobbiamo pertanto porre un argine a una deriva che da un lato ci obbliga a indebitarci sempre più per risanare il debito e dall’altro porta lo Stato a imporre un livello di tassazione sempre più alto per ripianare gli interessi sul debito. Abbiamo il più alto livello di tassazione al mondo. L’unica via d’uscita è quella di riscattare la nostra sovranità monetaria. Cioè rimettere lo Stato nella condizione di poter emettere moneta senza creare nuovo debito con le banche. Questo significa uscire dall’ Euro, disporre di una nuova valuta nazionale che se promulgata ed emessa a parità di condizione con l’ Euro, di valore uno a uno, e salvaguardando la finanza italiana dalla speculazione borsistica, noi possiamo arrivare concretamente a una situazione dove l’ Italia disporrà delle risorse necessarie per lo sviluppo eliminando il debito”
“Tutto questo con l’ Islam cosa c’entra?”
“C’entra perché con la disponibilità di risorse per promuovere dei progetti per la messa in sicurezza del territorio nazionale, con il renderci autonomi sul piano energetico, ci consentirà di non dipendere dal petrolio, dal gas. Di non dipendere quindi da quei mercati. É necessario realizzare l’autonomia alimentare che l’ Italia aveva e potremmo fare delle scelte sui desideri reali degli italiano e non scelte condizionate da dicta e imposizioni così come continua ad accadere. Ne abbiamo avuto una dimostrazione nel corso della visita ufficiale del presidente iraniano Rohani dove l’ Italia si è premurata di assumere una serie di iniziative per non urtare la loro suscettibilità, come quella di velare delle statue, di non presentare il vino a tavola. Siamo arrivati al punto di negare ciò che siamo per consentire la realizzazione di accordi commerciali e questo è il comportamento di chi arriva a svendere la propria anima pur di disporre del denaro.
“Non si tratta quindi di un compromesso?”
“No, siamo noi che svendiamo la nostra cultura per cercare di andare d’accordo con loro. Ma un buon accordo è un accordo che avviene tra pari sulla base del reciproco interesse ma se si arriva a sottomerci a casa nostra pur di realizzare l’accordo significa che non siamo pari, significa che siamo subalterni. Questa subalternità è dovuta al fatto che disponiamo di una moneta sovrana che ci consentirà di poter rialzare la testa. Che ci consentirà di non dover subire l’arbitrio di chi in cambio del denaro ci impone dei comportamenti, che violano la nostra libertà”
“Quindi il solo modo per alzare la testa è avere una moneta nostra?”
“E’ l’inizio, dobbiamo avere una moneta sovrana. Riscattare la nostra sovranità legislativa, pervenire a una sovranità alimentare, energetica e recuperare sul piano della sicurezza e della difesa . Lo stato ha tagliato sulla sicurezza. Ma dobbiamo aumentare la sicurezza dei cittadini e intervenire sulla sicurezza delle nostre frontiere. Servono più soldi, ma questa situazione monetaria non ce lo consente perché l’ Europa ci impone dei rigidi parametri per quello che riguarda il rapporto tra la spesa pubblica, il Pil e il debito complessivo. Solo in un contesto dove la moneta tornerà a essere accredito e non addebito, in un contesto dove potremmo liberamente operare delle scelte per promuovere lo sviluppo e per creare il bene degli italiani allora le cose potranno cambiare”.
Magdi Cristiano Allam è nato al Cairo nel 1952. Era musulmano, ha creduto per 56 anni in un Islam moderato, fino a che non è stato condannato a morte dai terroristi islamici.
Nel 2008 riceve il battesimo del Papa Benedetto XVI e al suo nome aggiunge Cristiano.
Lui non crede in un Islam moderato. Nel suo libro proprio nell’introduzione scrive “la radice del male è l’islam”.
E’ stato il primo giornalista a subire un procedimento per islamofobia da parte dell’ Ordine Nazionale dei Giornalisti e a vincerlo.
Servizio di Serenella Bettin
Abano Terme, Padova – 27 gennaio 2016
Ufficio Stampa, Il Faro – economia in luce
Un pensiero riguardo “Intervista a Magdi Cristiano Allam”