
Ci deve essere qualcosa di altamente disumano e contorto nel pensiero di chi arriva a proporre un affitto di un appartamento per 15 giorni, a 731 mila euro.
Del resto a Cortina, per le vostre carissime Olimpiadi invernali, funziona così.
La settimana scorsa mi scrive un caro amico Massimo Belluzzo, titolare della ZetaGroup Video Treviso. Mi dice: “Ci siamo messi a cercare degli appartamenti per quattro persone per i giorni delle Olimpiadi – lui alle Olimpiadi ci deve lavorare, sgobbare, non è che va lì per grattarsi le palle – e guarda cosa sta venendo fuori”.
Mi mostra alcuni prezzi da far indietreggiare la schiena. Settecentomila euro per 15 giorni. Novantamila euro. Quarantotto mila euro. Sessantadue mila euro. Tutte cifre fissate per 15 giorni, per 4 o 6 persone. Così mi metto un po’ a indagare e scopro l’impossibile. Mansarde a 400 mila, 200 mila euro.
Prezzi da capogiro, proprietari di seconde case schizzati, mercati dell’immobiliare impazziti, una città divenuta ormai accessibile solo ai ricchi – poi lamentatevi se le famiglie non fanno più figli e le città si svuotano – e un Paese che sempre più sprofonda nel baratro dell’ignoranza, della strafottenza, dell’ingordigia, dell’avidità e del delirio speculativo dei ricchi e dei potenti. Le Olimpiadi non portano i soldi, accolgono i ricchi che è diverso. Chi a Cortina ci dovrà lavorare per quei giorni è costretto a dormire fuori e fare anche quattro cinque ore al giorno di viaggio in pullman perché – lo so – pernotta a Jesolo. Sperando anche che a sto punto il cambiamento climatico di aiuti e che non nevichi, perché se nevica le ore diventano sette e otto. Un sistema deviato e perverso che costringe la gente a fare i pendolari ogni giorno, a prendere casa nelle periferie, perché in centro non ci possono stare.
Chi vive e lavora a Cortina come un grande brontosauro è destinato a scomparire, ad andarsene, a migrare altrove – me l’ha detto una operatrice turistica che lavora qui che tutti quelli che lavorano fanno i pendolari. L’industria del mattone, e ora degli eventi olimpici, ha escluso la classe media, ha sbaragliato intere famiglie. Negli ultimi dieci anni, le città da Milano Bologna Venezia, hanno espulso totalmente i cittadini, quelli normali, quelli che per servire i ricchi si fanno il mazzo dalla mattina alla sera, partendo e arrivando con treni in ritardo, mezzi fantasma.
Chi a Cortina ci va per diletto, non lo fa per amore del luogo, ma per status, per symbol, perché gli piace poter dire che ha fatto la vacanza in montagna spendendo 3000 euro a notte, quando a pochi chilometri c’è gente che non sa se potrà mangiare una fetta di bresaola o di prosciutto, perché la bresaola costa troppo. Proprietari avidi, pasciuti, che fanno i soldi sulle schiene degli altri. Più inclini al loro personale interesse, al loro personale profitto, speculativo, che a rendere un servizio e restare umani.
Del resto anche nel bar in centro la gente ti dice che “i prezzi li stabilisce il mercato”. Che “qui per le Olimpiadi è così”. Che “uno non ci può rimettere”. Che “non ci si può fare niente”. E che “se non ti sta bene, puoi anche startene a casa tua”. Ma te lo dicono anche nel bar fuori città, quello scendendo a valle, quello che se devi andare in bagno, nemmeno si chiudono le porte. Quello dove gli anziani siedono rimescolando il torrone dei ricordi. Fino a che quei vecchi a Cortina non ci saranno più. I loro figli se ne saranno andati. I loro nipoti saranno migrati altrove. E Cortina verrà incellofanata usata gettata e sottomessa alle bramosie e alla smanie di ego e di potere di chi non ha orecchie per ascoltare, non ha occhi per vedere, ma ha soldi per far vedere. Ci costruiranno. La demoliranno. Ci faranno piste da bob che nessuno userà mai più. Ci faranno strade, asfalteranno i boschi. Fino a che la natura un giorno non deciderà di ribellarsi. Il disco, ormai rotto, ripetuto dagli operatori turistici è che i prezzi li fissa il mercato e che Cortina non è più una meta per “gente normale”.
No infatti. Come ho letto in un bellissimo commento al mio pezzo, ci saranno “gli ultimi squali che finiranno di spolpare la carcassa. Contenti loro”.
Ci ho fatto un servizio sul Fatto Quotidiano
sbetti



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