
Mi ricordo di lei. A volte ci incrociavamo da balcone a balcone. Uno sguardo. Un accenno. Un sorriso. “Ciao, salutami tuo fratello”.
Mi hanno sempre colpito i suoi capelli ricci dorati, che le cadevano sulla schiena come cascate, o raccolti a mo’ di chignon. I nostri incontri erano per lo più fugaci, tra il suono di un campana e un altro. Quando in mezzo ci scorre la vita.
Fino a che un giorno mi ha scritto: “Ciao, vedo che sei una giornalista, se ti interessa, io sto partendo dallo Zambia, con la mia famiglia in bicicletta per arrivare in Ruanda dove per la prima volta, alla 103 esima edizione si tengono i mondiali di ciclismo”.
Lei si chiama Giorgia Marchitelli. Ha 43 anni e viene da un paesino del veneziano.
Lui, invece, è Matteo Sametti, classe 1969, di Legnano, provincia di Milano.
La vita li ha fatti incontrare in Zambia e da lì non si sono più lasciati, hanno unito mondi e figli, culture e generazioni, saperi e mestieri, abbattendo barriere e confini. I loro figli sono nati in Zambia da padre e madre italiani, gli altri li hanno adottati. La loro felicità gliela vedi negli occhi, negli abbracci, nella gioia di stare insieme in un mondo dove non esistono razze.
Ora insieme hanno percorso mille e cinquecento chilometri, da cima a fondo, totalmente in bicicletta, attraversando tre Stati, dormendo in tenda e in ostelli di fortuna.
Ma questo viaggio inizia ben prima, oltre vent’anni fa. Giorgia dopo il liceo fa sei mesi di volontariato in Sudafrica in un orfanotrofio per bambini siero positivi. Da lì decide di lavorare in Africa. E i sei mesi diventano quindici anni.
Qui conosce Matteo, appassionato ciclista, esperto di lunghe distanze in Africa. Lui sta cercando una volontaria per la sua ong. E Giorgia è perfetta.
Da qui nasce Sport2Build – http://www.sport2build.org una organizzazione che aiuta i bambini in situazioni di povertà.
Ora a una ventina di chilometri dal villaggio Mukwamba, dove vivono, hanno messo in piedi una falegnameria. Hanno una ventina di ragazzi. Iniziano a lavorare lì in apprendistato. E poi fanno gli esami. Ma la cosa più bella è che hanno costruito una scuola. La Chakwela Makumbi. Cinquecento bambini, dall’asilo alle medie.
Quando vi diranno che qualcosa è impossibile, non credeteci. Ognuno nel mondo può fare la sua parte.
Io ci ho fatto un pezzo sul Il Fatto Quotidiano.
sbetti






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