
La verità è che puoi avere 30, 40, 50, 60, 70 anni, e ricorderai sicuramente chi era Pippo Baudo.
Morto all’età di 89 anni, se ne va un gigante della televisione. “L’ultimo grande della tv”, mi ha scritto un navigato collega su whatsapp, una volta appresa la notizia. Notizia che ha lasciato tutti a bocca aperta, spalancata, sbalordita. Quella che ti fa esclamare “Nooooo”, mentre ti accingi a sederti a tavola. Notizia che entra così, nelle nostre case, una sera d’estate, un sabato sera, tenendoci ancora incollati alla tv. In prima serata, tra l’altro. Come amava fare lui.
Perché questo faceva. Entrava nelle nostre case con una conduzione compunta, da far invidia anche a chi tenta di imitarlo, con quel suo braccio che velocemente si alzava, ciondolava, quando doveva annunciare qualcuno. Lo levava il braccio, su per aria, come a portarlo in alto, a dargli foga, energia. Entrava con quel tono a voce bassa, che poi lentamente si alzava; mai arrogante, mai scurrile, mai volgare, con quella voce stentorea, senza accento, ma dalla innata spiccatezza siciliana, di cui andava fiero e orgoglioso. Una roba che adesso se la sognano.
Chi lo ha conosciuto giura essere una persona di una umanità rara, soprattutto in certi ambienti, di una indiscussa professionalità. E rispetto per il pubblico. Un Maestro, per alcuni addirittura un padre, una guida. Ma soprattutto un gran lavoratore. Chi ha la mia età, lo ricorda soprattutto per il Festival. Per Fantastico. E fantastico era. Ascoltava le canzoni del Festival di Sanremo fino allo sfinimento. Da agosto in poi, lui si metteva lì e ascoltava tutto. Tredici Festival ha condotto, e quando sapevi che c’era lui a condurre, andavi di sicuro sul sicuro. Ogni anno manco ti chiedevi chi avesse potuto condurre il Festival. Sanremo non era solo Sanremo, Sanremo era Pippo Baudo. Anche lui lo disse, nel 2018, tra le righe “grazie a voi che mi avete permesso di diventare Pippo Baudo”.
Scopritore di talenti, indipendentemente dal nome, dal cognome, dall’età, dall’estrazione sociale, una roba che oggi se ti proponi ti guardano storto, lui aveva veramente il piglio di chi portava sulla scena qualcuno, di chi sapeva mettere insieme dei giovani e dar vita a uno spettacolo.
Laura Pausini per esempio. Laura Pausini ha scritto un messaggio su Instagram. Una cosa che più la leggevo, più mi saliva il nodo in gola. “Non posso credere che sto scrivendo questo messaggio – scrive Pausini – ci sono uomini in questa vita e in questa terra che hanno lasciato un segno indelebile per il loro talento e la loro genialità. Uno di loro è diventato 32 anni fa, l’uomo che mi ha cambiato la vita, scegliendomi a soli 18 anni tra le nuove voci di Sanremo 93 e da quel momento non mi ha mai lasciata, mai. È diventato un mio familiare”.
Quella di scoprire i talenti, infatti, oggi è una cosa molto rara. Nessuno si preoccupa più dell’altro, tutti pensano a emergere loro, al proprio orto, al proprio orticello. Se c’è qualcuno di bravo, state pure certi, che faticherà tantissimo, a meno che non si abbiano determinati contatti. Ma Pippo Baudo anche questo sapeva fare. Sapeva presentare, condurre, annunciare, recitare, intrattenere. Ha segnato e attraversato la storia della televisione italiana. L’ha cavalcata. L’ha scritta, lasciando un segno indelebile, un modello. Stando sempre al passo con i tempi. Perché lui disse una volta: “Non voglio che mi sorpassino né da destra, né da sinistra”. Il suo mestiere richiedeva uno studio minuziosa, al passo con le nuove tecnologie.
Una tv mai sbracata, mai di troppo, mai su di giri; geniale, garbata, mai banale, quello che ha inventato a poco a poco è diventato uno stile difficile da replicare. Quell’uomo in giacca e cravatta, in bianco e nero, col sorriso da gentleman, e gli occhi rivolti al futuro, aveva uno spiccato senso dello spettacolo. Quello vero. E anche diciamolo, una certa dose di coraggio, come ha ricordato Mara Venier questa sera, non riuscendo a trattenere le lacrime, in diretta al Tg1. Quando questa sera i giornali online hanno titolato che se n’è andato un gigante, ho pensato che è vero. Con la morte di Pippo Baudo se ne va un pezzo di televisione. Una roba che credevi fosse immortale, e infatti, lo è.
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