L’hanno trovata qui. Su questo casolare abbandonato. Al di là di questo muro di mattoni. Vincenza Saracino, 50 anni, è morta così. Dissanguata. Uccisa con due coltellate, uno al collo e una alla mandibola. L’hanno rinvenuta appoggiata alla parete. E a trovarla una pattuglia dei carabinieri dopo che era scomparsa da 24 ore. Chi ha ucciso Vincenza Saracino? E perché? Cosa ci faceva Vincenza in quel casolare? Perché non è tornata a casa? Bastava solo svoltare a sinistra. E invece ha svoltato a destra. Perché?
Quando ieri mattina sono arrivata sul posto del delitto – anche se è più corretto dire sul posto del ritrovamento, ancora non sappiamo se sia stata ammazzata qui – il sole andava e veniva. Siamo a Preganziol, in provincia di Treviso.
Ho chiesto alla troupe quale fosse il casolare, se fossimo arrivati, e loro mi hanno detto: “Questo”.
Come questo?
“Sì questo”. All’inizio non avevo visto bene come fosse. Pareva una di quelle case perennemente in costruzione mai finite, ma quando mi sono avvicinata e ho travalicato il muro di cinta, ho visto che era una ex fabbrica, una di quelle dove ci gireresti un film, in stato di totale degrado e abbandono.
Qui a pochi passi dal centro ho pensato, tu guarda se possiamo avere un rudere del genere, dove hanno appena trovato una donna assassinata. A terra c’erano rifiuti, sporcizia, bottiglie rotte, calcinacci – su cui mi sono anche inciampata girando il servizio – mattonelle frantumate, mattoni infranti, c’erano anche due materassi sudici e sporchi posizionati uno sopra l’altro, e poi una frotta di piante, trincerate alle pareti.
La cosa che mi ha fatto più impressione è stato quel tubo di ferro appuntito, che sbucava dal muro. Agghiacciante mi sono detta. Pareva la scena di un film. Poi, poco più in là ho sentito un frusciare di foglie e ho intravisto un uomo. “Salve scusi lei cosa sta facendo?”. “Son dei carabinieri ma non posso parlare, stiamo facendo le ricerche”.
“Cercate l’arma del delitto?”.
“Non posso dire niente”.
“Ma come funziona quel coso che ha in mano?”. “Questo? Ah questo quando sente qualcosa di metallico suona”.
Perché quello che è certo, qui, in questa assurda triste storia, che ha tolto la madre alla propria figlia, è che c’è una donna che, alle 17.30 di martedì scorso, esce dal negozio del marito dove lavorava, un sexy shop in centro a Preganziol. Ieri tra l’altro ci sono stata e ho visto un uomo scoppiare in lacrime e abbracciare una donna. Poi dal sexy shop prende la sua bici elettrica e va a far la spesa. Da qui si sposta al bar lungo la via di casa che vende anche sigarette. Quello sarà il suo ultimo pacchetto.
Ho parlato con chi l’ha vista l’ultima volta: “Le ho dato il pacchetto di sigarette come facevo di solito, e basta. Nulla di più. Era tranquilla”.
Poi da qui, Vincenza imbraccia la sua bici. Non sa che da lì a poco avrebbe incontrato la morte. Imbraccia la sua bici e si avvia verso casa. Ma qui accade qualcosa. Perché Vincenza va al casolare? E chi incontra?
Il casolare è qui a pochi metri da casa. Giusto la strada dirimpettaia. Da qui si sono perse tracce fino al tragico ritrovamento.
La figlia del tabaccaio mi dice che il marito martedì sera alle 19 è andato preoccupato a chiedere dove fosse la moglie. Così come è passato in un altro bar, alle 19 e qualcosa, sempre per chiedere dove fosse la donna.
Chi ha ucciso Vincenza e perché? La cosa che più mi lascia sconvolta, è che ormai, delitti come questi possono accadere anche qui.
In un posto che mai diresti. In una cittadina apparentemente tranquilla. Di appena 15 mila abitanti. Quando son tornata al casolare ho trovato due ragazzi. “Scusate voi?”.
“Niente abitiamo qui vicino, e siam venuti”.
“Perché?”.
“Bè insomma… una cosa del genere, qui vicino a dove abitiamo… non lo so. Lascia sconvolti. Perplessi”.
Il servizio a Pomeriggio Cinque 👉 https://mediasetinfinity.mediaset.it/video/pomeriggiocinquenews2024/vincenza-saracino-50-anni-uccisa-a-coltellate-e-caccia-al-killer_F313400901014C05
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