
C’è una cosa che ultimamente mi fa paura. Ed è l’esplosione di violenza. L’abbandono all’odio cieco.
La violenza. Quella fisica. Crudele. Bruta. Irrazionale. Quella che porta le persone a comportarsi come bestie. Furie. Animali. Forsennati. Scalmanati.
Vivono di soprusi sugli altri. Sicuri di vivere la vita come fosse un videogioco. Come fosse una storia. Una storia che condividi 24 ore e poi chi caz se ne frega.
Sparisce. Se ne va. L’importante è avere visualizzazioni. Del resto questo è quello che stiamo creando.
A Oderzo, in provincia di Treviso, un uomo, di 56 anni, Mauro Zanuto, con cui ho parlato, è stato accerchiato e massacrato di botte per aver detto una parola di troppo. O meglio una parola giusta. Li ha rimproverati quei ragazzini. Ed è stato picchiato. Nessuno gli è andato in soccorso. L’uomo stava andando a casa quando all’improvviso un ragazzo gli ha tagliato la strada. Lui ha frenato di colpo. Ha cercato di non investirlo quel fanciullo che gli è piombato davanti come un proiettile. E Mauro è finito a terra. Quando si è rialzato, complice lo spavento, ha rimproverato il ragazzo, e questo anziché scusarsi come si usava una volta, l’ha preso e l’ha menato. L’ha riempito di pugni. Massacrato. Pestato a sangue. Quando è finito al pronto soccorso Mauro è stato medicato con 7 punti di sutura sopra l’occhio e con 4 punti all’orecchio. La prognosi è di 7 giorni, e la “baby gang” ha fatto perdere le sue tracce. Ma non chiamatele baby gang come ha detto Vittorio Feltri. Non chiamatele baby gang. Queste non hanno niente di baby.
Il gruppo era formato da adolescenti, c’avranno avuto all’incirca 16, 17 anni. Stranieri. Immigrati di seconda generazione. Che continuavano a ripetere, racconta Mauro, “non mi toccare bro, non mi toccare bro”. Bro sta per fratello.
Ma non chiamatele baby gang. Non chiamatele baby gang. Chiamate le cose con il loro nome. Si chiamano delinquenti. Teppisti. Malviventi.
Sono lo specchio della nostra civiltà. Del nostro futuro. Lo vedi riflesso il futuro, lo vedi nei loro occhi, nei loro modi, nei loro valori. E ce ne sono di tutti i tipi. Figli di papà. Giovani baldanzosi annoiati benestanti che hanno tutto. Anche troppo. Comprano iPhone di ultima generazione. Indossano vestiti di marca assai costosi. Cambiano paia di scarpe come a cambiare le mutande. O sono scarsi di mezzi economici.
Poveri disgraziati. Stranieri. Italiani. Ragazzini di seconda generazione che giocano a bande. Si menano tra di loro. Basta andare nelle piazze dove la droga è l’unico sollazzo a una vita basata sul nulla e scorre a fiumi. Albanesi contro romeni. Romeni contro marocchini. Marocchini contro Tunisi.
Neri contro bianchi, bianchi contro neri. Immigrati contro poliziotti. Contro gli italiani.
Sono ragazzini violenti, scontenti, inquieti, su di giri, avviliti, depressi, gonfi di rabbia e di noia che odiano la società in cui vivono.
Scoppierà la rivolta.
sbetti
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