
Da quando faccio questo lavoro non mi stupisco più di nulla, però sono sempre più convinta che l’umanità faccia schifo.
Non ho la benché minima fiducia nel genere umano e i fatti me lo confermano.
Siamo Livorno Ferraris, un tempo Livorno Piemonte, comune di appena quattromila anime dell’hinterland vercellese. E la storia è questa.
Luigi Guelpa, la persona che vedete in foto è un giornalista. E domenica scrive un post su Facebook. “Per il Comune di Livorno Ferraris mia madre, ricoverata in una struttura da ormai 4 anni, e in una condizione praticamente vegetativa, deve pagare una multa di 1.300 euro – relativo al solo 2020, poi arriveranno le altre cartelle – di Imu. Gli zelanti funzionari comunali, senza verifica alcuna, hanno stabilito che la casa di proprietà di mia madre (prima casa e UNICA casa), non è più prima casa perché risiede altrove. Il nuovo indirizzo a cui hanno fatto pervenire la cartella, è una casa di riposo”.
Sbalordita leggo e rileggo questo post e commento con un semplice: “Fuori con tutto”.
Praticamente la madre – lunedì scorso la notizia in esclusiva su Libero a firma di Claudia Osmetti – dal 2019 è ricoverata in una casa di riposo.
In stato semi vegetativo dal 2021, la donna, Filomena Sasso, vedova, di anni ne ha 78. Cieca da 14 anni – giusto per farvi capire – con il tempo le è anche venuto l’Alzheimer, e dice Guelpa: “Abbiamo deciso di ricoverarla perché era molto difficile trovare badanti che potessero seguirla. Era una situazione complessa da seguire”, dice Guelpa quasi come volesse giustificarsi. E appoggiate per favore sul comodino commenti moralisti e paternali, come “Un padre campa 100 figli, 100 figli non campano un padre”. I figli vanno crescendo, maturando, un padre no. Un padre va accudito, accompagnato fino alla fine, le scelte molte volte sono obbligate, perché vivaddio non si hanno gli strumenti per gestire in casa delle situazioni complesse soprattutto se una persona lavora e non può dedicare il giusto tempo. Al di là di questo, insomma, la madre viene ricoverata nel 2019 e la sua prima casa rimane vuota. Il figlio continua però a pagarci le spese: condominiali, riscaldamento, luce, acqua, gas, “circa 2000 euro l’anno”, ci sono costi fissi, fino a che. Fino a che non decide, coadiuvato da un legale, di vendere. E adesso ci arriviamo.
Come regalo di Natale, proprio giusto sotto le feste, ammesso che ci sia qualcosa da festeggiare, il comune di Livorno Ferraris fa recapitare alla donna – all’indirizzo della casa di riposo e già mi pare una roba folle – la famosa busta verde dove la intima di pagare ben 1.279 euro, quindi quasi 1300 euro, perché nel 2020 non ha versato l’Imu sulla casa. La sua unica casa.
E vivaddio, no che non l’ha versata!
Perdio. Cieca, invalida, in stato semi vegetativo, collegata a una macchina peg per alimentarsi.
Quella era, è, la sua unica vecchia casa, ha solo quella, come poteva versarla, se da quattro anni vive in una casa di riposo?
E per giunta, perché avrebbe dovuto pagare dato che la sua casa era la sua prima casa? E qui casca il palco.
Perché lo prescrive la legge, che da la possibilità ai comuni di far pagare l’Imu a una persona se vive in casa di riposo.
Questo accade in Italia con gli occupanti che occupano le case e che vivono a sbafo dei proprietari e in questo caso assai più protetti degli invalidi.
Dall’Italia, 2024, è tutto.
A voi studio.

sbetti
Scopri di più da Sbetti
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
