“Scusa stella vai via?”. Una sera della scorsa settimana stavo andando a riprendere l’auto in un parcheggio quando a un certo punto mi si avvicina una macchina. Un suv Porsche. Dentro c’è un uomo che mi dice testuali parole: “Scusa stella vai via?”.
Io proseguo per la mia strada, non gli rispondo e questo venendomi dietro continua: “Scusa stella vai via?”.
Così mi fermo. Abbasso gli occhiali da sole che nonostante il buio avevo ancora addosso e gli chiedo che problemi avesse. Lui mi guarda e anche un po’ offeso, in un italiano completamente sgrammaticato, mi dice: “Oh scusa, ti ho chiesto se stai andando via, puoi anche rispondere”.
Molto garbatamente gli rispondo che il suo “Stella” se lo poteva benissimo infilare nel culo e che visto che non mi conosce e io non conosco lui, forse sarebbe stato più opportuno e più educato chiedermi, senza l’aggiunta di epiteti, se stessi andando via punto e basta.
Ma egregio mr Eleganza ha continuato: “Cosa ho detto di male? Se una è figa. Non vi si può più dire niente”.
Io rialzo gli occhiali da sole. Mi accendo una sigaretta e andandomene gli rispondo che lui può dire tutto quello che vuole, ci mancherebbe, la cosa non mi tange né mi turba, ma che come lui può dire tutto quello che vuole, io sono liberissima di dire niente o di mandarlo a cagare, cosa che ho anche fatto.
Dopo tutta questa perdita di tempo, conclusione il mr Eleganza col Cayenne mi bestemmia in faccia e parte sgommando.
Ora, a me queste cose sinceramente toccano fino a lì. Ho imparato a gestire questi trogloditi della comunicazione, preistorici delle caverne di lusso, e più di tanto non mi scompongo, però sinceramente mi fa pensare.
Mi fa pensare perché in giro vedo un bordello di trozzaloni e trozzalone dalle vite piene ma vuote che mi chiedo come facciano a vivere delle vite così prive di senso. Fanno tutti le stesse cose. Si riempiono la pancia di aperitivi, rotolano come maialini dopo aver mangiato, riempiono le spiagge facendole diventare dei carnai e puttanai abnormi di carne dove la gente controlla la circonferenza delle natiche, vanno tutti in ferie negli stessi posti e non sanno più parlare. Non sanno più comunicare. Non sanno manco più leggere. Vivono nel Polo Nord dei sentimenti. E credono che siccome hanno quattro soldi in croce e la supercar sotto il sedere, una debba per forza cadere ai loro piedi. Complici quelle che ai piedi ci cadono veramente.
Questa è una cosa su cui vado riflettendo da tempo. Il rispetto zero. La prevaricazione. La comunicazione tra uomo e donna. Il non saper più parlare. Più ascoltare. L’essere tornati alle caverne. In un mondo così talmente becero e trozzalone dove la cultura del fallo e del dio denaro prevale su tutto. Provo tanta pena.

sbetti


Scopri di più da Sbetti

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.