Il 10 giugno scorso una bambina è scomparsa in pieno giorno dal palazzo in cui viveva con la madre. La bambina si chiama Kataleya Alvarez e da quel giorno di lei non si sa più nulla. Ha 5 anni. Ed è stata rapita verso le tre del pomeriggio. L’edificio dove alloggiava è l’ex hotel Astor a Firenze. Alle porte del centro città. Accanto ai capolavori monumentali diGiotto, Brunelleschi, Ghiberti. Accanto alla inverosimile bellezza del Ponte Vecchio e alla struggente meraviglia della cattedrale di Santa Maria del Fiore. Accanto a questo ensemble di bellezze cromatiche che ogni anno appagano l’anima di migliaia di visitatori. Come possa una creatura sparire dal cuore di una città tanto viva come Firenze, con il vocio della gente che si propaga nelle strade, sarebbe interessante saperlo. Ma la realtà è che quella palazzina è un edificio interamente occupato da immigrati che pagavano il pizzo ai gestori del racket. Realtà lasciate allo sbando, volutamente sottaciute, dove tutti vedono ma nessuno parla. C’è voluto il sequestro di una bimba per portare all’attenzione delle istituzioni una realtà vergognosa che si consuma dentro quelle mura. Ma ormai i sequestri dei bambini o i tentati, avvengono sotto gli occhi di tutti. Pieno centro. Pieno giorno. Il padre di Kata ha chiamato i giornalisti da tutto il mondo. Dov’è finita mia figlia? Che fine ha fatto? Domande che rimbombano nella testa dei genitori fino a spaccarla. Quella speranza di un padre, di una madre, che ti tiene aggrappato alla vita e quell’angoscia che ti conduce verso la morte. Bambini che spariscono così nel nulla senza lasciare traccia. Genitori che devono avere non due, ma mille occhi perché basta una frazione di secondo. Il 21 maggio scorso in piazza Gae Aulenti a Milano, una donna marocchina ha tentato di rapire un bimbo di 2 anni. Tutto è accaduto in pochissimi secondi. Anche qui, pieno giorno, pieno centro, alle sei e mezza del pomeriggio, in una piazza che non è un sobborgo di periferia, con favelas, baraccopoli, baracche e abitazioni precarie; ma è una piazza pedonale, sopraelevata, a forma circolare, circondata da vari edifici come il complesso Unicredit. In più è unita a Corso Como, una delle strade più vitali di Milano, con negozi, bar, ristoranti. Il piccolo si trovava in piazza assieme ai genitori e al fratellino di sette. Con loro c’era anche un’amica di famiglia con un altro bimbo di anni otto. Le due mamme erano in gelateria, il padre era fuori ad attendere, e nel mentre sorvegliava i tre piccoli che erano a pochi metri di distanza, si è accostata una donna. La ventiduenne di origini nordafricane si è avvicinata ai bimbi, ha detto loro qualcosa, pronunciando “frasi senza sconnesse, senza senso”, rivelano fonti della Verità, e poi di scatto ha afferrato il più piccolo dei tre bambini ed è corsa via. È stata la prontezza di riflessi del padre del bimbo a sventare il peggio. Ma non è il solo caso. Giusto un mese fa c’è stato un altro episodio. Questa volta a Vercelli in Piemonte. Una donna di 30 anni ha tentato di rapire una neonata di 4 mesi in una chiesa in pieno centro. Anche qui è stata la prontezza dei riflessi della madre a evitare la disgrazia e la donna è stata arrestata e indiziata di tentato sequestro di persona, sottrazione di persone incapaci e violenza privata. Ma è il 22 aprile scorso quando un uomo di 50 anni a Fiumicino (Roma) ha tentato di rapire un bimbo di 8 anni. Il peggior incubo. Il rapimento del proprio figlio nel proprio giardino di casa. Secondo quanto raccontato agli investigatori, il bambino stava giocando nelcortile della abitazione dove vive con i genitori, quando uno sconosciuto all’improvviso si è avvicinato. Ha parcheggiato l’auto lungo la strada, è sceso dalla vettura e introdottosi nel giardino ha afferrato il piccolo per un braccio e lo ha trascinato con forza fino alla macchina. È stato il bambino a salvarsi da solo. Il piccolo si è divincolato ed è scappato tornando a casa dove la madre era già in preda al panico. E andiamo al 4 giugno scorso quando a Ferrara in piazza Castellina, anche qui a due passi dal centro storico, un uomo di 25 anni,indiano, ha cercato di rapire una bimba di 3 strappandola dalle braccia della madre. Solo la nonna coraggio di 43 anni è riuscita a evitare il peggio. La nonna, in gamba per fortuna, ha inseguito l’uomo fin dentro la stazione e lo ha messo con le spalle al muro. L’indiano puntava a salire su un treno per Venezia ma la nonna lo ha bloccato. Ha iniziato a urlare. La gente si è fermata. E allafine il venticinquenne è stato arrestato dai carabinieri. Ci piacerebbe sapere quanti giorni di galera fanno questi ladri di bambini. La riforma Cartabia ha introdotto la querela di parte anche per il reato di sequestro di persona, “facendo tuttavia salva la procedibilità d’ufficio quando la persona offesa sia incapace per età o per infermità”. Almeno questo. Alleluia. Anche a Monza pochi giorni dopo il tentato rapimento del bimbo a Milano in piazza Gae Aulenti, una bimba di 8 anni è finita nel mirino dei manigoldi. A denunciare il fatto sono stati i genitori stessi. La piccola stava passeggiando in strada a Correzzana, un comune di appena tremila anime in provincia di Monza e Brianza, con due amichette dopo una festa di compleanno, quando una donna, a bordo di un’auto, che indossava il velo islamico, avrebbe tentato di trascinarla dentro la vettura. Stando al racconto delle ragazzine in auto c’era anche un uomo. Qui la piccola si è salvata grazie all’intervento delle amiche. E la notizia ha messo tutti in allerta. Anche perché Correzzana, dicono, è un paesino molto tranquillo dove non era mai accaduto niente di simile. Qualche padre e qualche madre preoccupati, hanno lanciato consigli nei gruppi social e nelle chat su whatsapp, “si sta avvicinando la bella stagione e noi tutte, con i nostri figli, passeremo più tempo nei parchetti e all’aperto. Posti molto gettonati per queste cose. Basta davvero un attimo, fate attenzione”. Già. E infatti questi racconti sembrano rievocare tempi andati. Episodi che parevano essersi fermati e che invece aumentano in modo considerevole, soprattutto negli ultimi mesi. Già anni addietro se ne parlava. Nel 2010 a Bologna un uomo del Bangladesh tentò di rapire un bambino di 3 anni. L’episodio scosse parecchio la città. Il piccolo stava camminando con la madre in via Albertoni accanto al policlinico Sant’Orsola. La donna stava tenendo per mano il figlio quando lo straniero afferrò il bimbo tenendolo per il braccio e tentò di strapparlo a colei che lo aveva messo al mondo. Attimi di terrore e panico, anche perché se i farabutti riescono nell’intento, cosa fai? Chi chiami? Anche qui furono le grida della madre ad attirare l’attenzione. Ma è proprio nel mentre finiamo di scrivere questo pezzo, che giunge la notizia di un altro tentativo di rapimento a Milano. Uno sconosciuto, il 22 giugno scorso, ha cercato di rapire una bimba di 4 anni mentre era al parco Vergani con la baby sitter. E stata lei a evitare il peggio. L’uomo è scappato.
Serenella Bettin
Inchiesta uscita su La Verità il 3 luglio 2023

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