“Una bravata”. Torno sul caso degli youtuber – e scusate se nascondo il volto ma non voglio sporcarmi le mani con simili esemplari – che con la Lamborghini si sono schiantati addosso alla Smart con dentro una madre e i suoi figli. La piccolina è in ospedale.
Manuel, il bimbo di 5 anni è morto.
Stando alle testimonianze del preside di una scuola accanto a dove è avvenuto l’incidente, per i genitori dei ragazzi, questa roba qua, questa roba per cui i tuoi figli di 20 anni noleggiano un bolide, un suv Lamborghini Urus, un’auto che vale oltre 240 mila euro, che costa quanto un appartamento; questa roba per cui questi, qualcuno fatto e strafatto, si mettono alla guida di un bolide del genere e sfrecciano per la città seminando il panico; e questa roba per cui i tuoi figli organizzano le sfide su YouTube e su tiktok e si credono di poter dominare il mondo e l’universo e pretendono di dire alla gente cosa dovrebbero fare e dove dovrebbero andare, ecco questa roba qua è una bravata.
Questa roba per cui questi ti fanno vedere come passano 50 ore di fila dentro una macchina di lusso, che potrebbe permettersi uno che sputa sangue dalla mattina alla sera e che dirige un’azienda, sarebbe una bravata.
Questa roba per cui – ho letto una testimonianza nei social di una ragazza che si trovava in ospedale e che ha assistito alla scena – il padre di Manuel arriva urlando in lacrime e grida e urla a più non posso, con tutto se stesso, con quanto fiato e lacrime aveva in corpo, perché se avesse potuto l’avrebbe ammazzato quello strafottente che gli ha ammazzato il figlio, e questa roba per cui ti muore un figlio e ti manca l’aria e vorresti morire al suo posto, per dirgli – svegliati – non può essere – prendi me – questa roba per cui una famiglia è distrutta e la madre gridava e gridava e la sorella è ricoverata gravemente, questa roba sarebbe una bravata.
Come quando io da piccola tirai un calcio a un pallone e sfondai la porta del garage del mio vicino.
Del resto basta vederli i figli. Quegli sguardi di chi può tutto. Perché tanto ha i soldi. Quei denti ancora da latte. Incapaci di affrontare la vita. Quella pelle ancora liscia perché a loro la vita non li aveva ancora toccati, ed è stato concesso tutto.
E che dire di quelli che hanno giustificato. Che hanno detto “è capitato a tutti di rischiare”. Che hanno detto “anche voi avrete corso il rischio”.
No, io non ho mai corso il rischio di prendere un bambino come un birillo e ammazzarlo. Non ho mai corso il rischio di noleggiare una Lamborghini per far vedere – “fratello, bella bro, qui ce potemo fa’ pure un bambino” – come si vive chiusi in una Lamborghini per 50 ore.
Ora non mi stupirei se possano renderci edotti su come si viva per anni chiusi in carcere.
sbetti

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