RIcordo ancora la prima volta che il mio viso fece capolino a piazza della Repubblica. Ero appena maggiorenne. Ero appena arrivata in città e cercavo un posto dove dormire. Mi dissero che c’era un appartamento libero accanto al ministero della Difesa. Hai presente? Hai presente quello dove decidono le missioni di pace. Se gli uomini debbono o meno farsi la guerra.
Ecco. Più o meno. Trovai l’appartamento lungo un vicolo. Zaino in spalla. Mocassini ai piedi. Mi pareva di essere arrivata in una città che poteva darmi tutto. Ricordo ancora la me dell’epoca. Percorrevo queste vie di Roma, con questi monumenti stratosferici e questi immensi palazzi che mi pareva di essere in un film. Mi sentivo così piccola. E così grande allo stesso tempo. Vedi, mi dicevo, io viaggio da sola.
L’appartamento stava in una laterale. E per salirci c’erano da fare un po’ di scale. Dissestate. Ora non ricordo bene come fosse. So che si accedeva attraverso una porticina piccina. Piccina. Quando ti andava bene e facevi la doccia, ti si allagava il cesso. Quando ti andava male, ti si allagava anche tutto il resto. Quando entrai non capii subito dove fosse il letto. So che era un divano che faticammo in 4 ad aprire. Non ricordo quanto mi chiesero per quell’appartamento ma so che riuscimmo a spartirci i soldi. Per farsi da mangiare poi apriti cielo. Facevi prima ad andartelo a comprare già fatto e mangiarlo seduto sulle scale. La sera poi si riempiva di gente. Dentro la credenza il proprietario aveva lasciato vari cocktail. Non ho mai capito se anche quelli fossero compresi nel prezzo…

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