
Libero, 21 maggio 2022
Niente. Il covid non ci ha insegnato nulla. Ci mancava il vaiolo delle scimmie. E i virologi dopo qualche mese di buio, spariti dai riflettori dei salotti televisivi, tornano a battibeccare. Anzi per fare più rumore stanno dicendo tutto il contrario di tutto. L’allarme è scattato giovedì scorso quando all’ospedale Spallanzani di Roma è stato identificato il primo caso di vaiolo delle scimmie in Italia. Un uomo rientrato dalle Isole Canarie. Ieri si sono aggiunti altri due casi, tutti confermati dalle analisi e correlati al caso zero. Caso zero. Paziente uno. Dio, sembra di rivivere il 21 febbraio 2020 quando il mondo piombava nel delirio cosmico. Da quel giorno infatti, dopo Sanremo, nessuno ci ha più capito un tubo. Ma dopo due anni e mezzo siamo punto e a capo? L’Istituto Superiore di Sanità, da sempre esistito ma nessuno se l’era mai calcolato, “ha costituito una task force composta da esperti del settore e ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare continuamente la situazione”. Una delle regole da seguire è la “prudenza nei contatti stretti o sessuali che presuppongano uno scambio di fluidi corporei”. Occhio al sesso quindi. Fatelo ma con prudenza. “Teniamo alto il livello di attenzione”, ha detto il ministro alla Salute Roberto Speranza che aveva dichiarato la stessa cosa per il covid. “Massima attenzione, ma nessun allarme eccessivo”, ha esordito il sottosegretario Pierpaolo Sileri. Rivolgersi al medico. Non toccate occhi naso e bocca. Improvvisamente si viene ricatapultati dentro a quel frullatore chiamato covid che per due anni e mezzo ha deciso le nostre vite, i nostri spostamenti, le nostre feste, convegni. Dio mio che sta succedendo. Sta ricapitando? Ci sono anche i negazionisti. E puntualmente arrivano loro. I virologi. Dice Matteo Bassetti: “I numeri di casi del vaiolo delle scimmie continuano a crescere. Si parla di centinaia di casi in Olanda e raddoppio di quelli in Spagna e Uk. Come previsto saliranno ancora, arrivando a moltissimi casi nel mondo nei prossimi giorni. Serve attenzione, ma nessun allarmismo”. Poi arriva Andrea Crisanti. Ma insomma! Di che parliamo. “Non è una malattia che si prende al bar o al ristorante. Non è nuova e chi la presenta così racconta una bufala clamorosa: è endemica in Congo, abbiamo avuto un cluster nel 2003 negli Stati Uniti e in Sudamerica ci sono stati diversi casi negli anni scorsi” spiega il direttore di Microbiologia molecolare dell’Università patavina. “Ci si infetta se si va in contatto con i fluidi corporei di persone infette, ma ha bassa trasmissibilità nell’uomo”. Inoltre “esistono farmaci per trattarla e un vaccino”. Ok. Quindi tranquilli? No un attimo! Walter Ricciardi, il consigliere del ministro Speranza e docente di Igiene alla Cattolica di Roma, dice: “La situazione va monitorata. È presto per trarre conclusioni, ma l’allarme è alto. Nessuno si aspettava un’ evoluzione così negativa del vaiolo delle scimmie, che conosciamo da tempo ma che era stato un fenomeno limitato”. Naaa. Piano. “Nessuna psicosi – interviene Fabrizio Pregliasco direttore sanitario del Galeazzi di Milano – Nulla a che vedere col covid. È una malattia diversa. È meno contagiosa. Bisognerà vigilare”. Secondo Carlo La Vecchia, epidemiologo della Statale di Milano, “se entro domenica a livello nazionale saranno 10, o comunque non più di 20, siamo di fronte a un’epidemia che dilaga. Se no, se saranno di più o addirittura più di 100, allora dovremo considerare più seriamente il problema”. Più ottimista Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di Malattie Infettive e tropicali. “Siamo in una situazione di assoluta tranquillità, mi preme dirlo. Sono pochissimi casi in tutto il mondo e non dobbiamo in nessun modo innescare un meccanismo di grande preoccupazione. C’è attenzione ma nulla di più”. Massimo Galli già giovedì diceva così. “E’ probabile che la trasmissione del virus del vaiolo delle scimmie sia partita da un contatto con gli scoiattoli. In Occidente è raro che si siano visti dei casi di alta gravità”. Ok. Quindi che si fa? L’Oms che dice? L’Oms che l’8 maggio di due anni fa aveva detto: “Abbiamo sconfitto il vaiolo 40 anni fa, possiamo sconfiggere il covid”, ora spiega che la situazione è in rapida evoluzione. Il nastro che si riavvolge. Il mondo che si capovolge. Mancano i fulmini di Burioni.
Serenella Bettin
