
Secondo fonti dell’intelligence russa, per i comandi del Cremlino la terza Guerra Mondiale sarebbe già iniziata in quanto il Cremlino, se l’Occidente non dovesse togliere le sanzioni contro la Russia, è pronto a sganciare i propri missili contro la Polonia e le repubbliche baltiche.
L’est dell’Ucraina continua a bruciare e Kiev è stretta sempre più in una morsa.
Hanno già iniziato ad attaccarla. Putin però che sperava in una guerra lampo, procede lento.
L’altro ieri un missile ha sventrato un palazzo di 9 piani nel quartiere di Oblon. E altri missili sono caduti sopra la fabbrica aeronautica Antonov. Mariupol che rimarrà il simbolo di questa tragedia umanitaria e disgraziata, è ridotta un cumulo di macerie. Addirittura i russi avrebbero preso come ostaggi nell’ospedale medici e infermieri.
La gente non riesce a scappare. E i residenti sono rimasti senza acqua. Elettricità. E cibo.
La capitale è accerchiata ormai da molti giorni. Nei pochi negozi aperti non arriva più il cibo.
Oggi 10 civili sono stati uccisi mentre erano in coda per il pane.
Il cibo viene consegnato ai cittadini che come topi sgattaiolano fuori dai rifugi. Giusto il tempo di prendere da mangiare in fila e poi si torna a sopravvivere sottoterra. “Non c’è il cibo nei negozi – mi scrive una ragazza – Comprare qualcosa è un problema grande. Per adesso la città è libera però nelle città vicine ci sono i carri armati russi e quindi non è possibile portare il cibo dalla città più grande.
Non c’è internet, ed è tutto molto difficile senza informazioni. Ogni giorno portano 1-3 prodotti e li vendono vicino ai negozi (ad esempio farina, uove, pane), noi facciamo la fila e li riceviamo.
La situazione a Mariupol, Sumy, Chernihiv, Kharkiv e alla periferia di Kyiv è critica. Nonostante gli accordi sui corridoi umanitari, le truppe russe stanno bombardando i civili”. Già i civili.
Ci sono anche neonati abbandonati nell’ospedale di Mariupol.
Ogni giorno e ogni notte si bombarda. E non c’è molta differenza tra il bombardare una palazzina, una famiglia, una scuola o un posto di blocco.
Ieri in un servizio ho visto una casa squarciata da un razzo.
Sopra il tavolo c’era anche la tazza di tè.
E un libro…
Forse ancora aperto…
#sbetti

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