Trentacinque. L’altro giorno guardavo questo numero e mi sono detta che trentacinque in fondo è un bel numero. Sì, bello come numero. Mi piace. Sì insomma mi piace sapere che non ho trent’anni ma nemmeno quaranta. E allora l’altro giorno i miei hanno voluto farmi una festa. Io. Io che sono sempre più scofice a queste feste. Io che da quando ho fatto ventinove anni, storco sempre il naso per fare queste feste. E allora cominciano a chiederti: “Serenè nun vo’ fa’ co’ per lu compleanno?”. Che tradotto dal marchigiano all’italiano significa: “Serenella non vuoi fare nulla per il tuo compleanno?”. No nulla rispondo io. “Ma come? Nemmeno mezza fetta de dolce?”. E io: no, te so ditto de no. Che vo’ fa?
E allora quest’anno però ho festeggiato. Sì. Sarà che era perché ci stava pure mia nipote, ho festeggiato. E allora all’inizio quando mi hanno messo sta torta davanti, quel 35 mi ha fatto un certo effetto. Poi. Poi l’altra sera per caso l’ho riguardato. Mi è capitato sott’occhio. E allora ho pensato. Sì ho pensato che è bello averne 35. Come sono belli tutti gli anni. Trentacinque però è l’età in cui sei ancora vicina ai 30 e sei ancora lontana dai 40. Insomma stai giusta a metà. Trentacinque è quell’età in cui non ha più trent’anni che la tua vita si sta formando, sta crescendo, si sta indirizzando. In questo mondo dove le vite si formano sempre più tardi. Ma non hai nemmeno quarant’anni dove la tua vita magari è già indirizzata. Trentacinque sono gli anni della libertà. Quelli in cui puoi permetterti di mandare a fanculo qualcuno. Quelli in cui puoi permetterti di scegliere. Quelli in cui puoi permetterti di indirizzare la tua vita. Quelli in cui puoi decidere che fare. Trentacinque sono quegli anni in cui puoi permetterti di farti sentire senza urlare. Quelli in cui sei libera da condizionamenti. Quelli in cui te ne fotti e inizi a capire alcuni meccanismi. In cui frequenti certi ambienti. In cui ti trovi catapultata in un mondo che non sembra il tuo ma che osservi con gli occhi di una donna. E trentacinque sono gli anni frutto delle lotte. Delle ribellioni. Dei mal di pancia. Dei toni forti. Trentacinque sono gli anni e anni di rivoluzioni. Sono gli anni che te li mangi. Che ci credi. Che vivi questa vita come se fosse sempre attivo l’acceleratore. Trentacinque sono gli anni in cui sei ancora spensierata ma con i piedi per terra. Sono gli anni in cui puoi ancora permetterti di non prenderti troppo sul serio. Di ridere. Di scherzare. Di giocare. Trentacinque sono gli anni in cui puoi ballare a piedi nudi sull’erba. In cui puoi fare l’amore in mezzo alla sabbia. In cui puoi cantare e chi se ne fotte se ti stanno ad ascoltare. Trentacinque sono gli anni di ideali non ancora del tutto traditi. E trentacinque sono gli anni in cui viaggi a trecento all’ora, perché hai capito che la vita va vissuta. Va amata. Va mangiata. E allora oggi mi hanno detto: “sei una macchina da guerra”. Sì. E la verità? Bisogna tenersi in forma.
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