Lettera a un amico 


LETTERA A UN #AMICO

Dal diario Facebook del 2 gennaio 2017

Stasera ho salutato un amico. Parte. So che lui mi sta leggendo. La nostra è un’ #amicizia nata per caso, o meglio niente è per caso, però una serie di eventi ha voluto che ci incontrassimo. Un’amicizia vissuta poco, pochi incontri ma intensi. Quegli attimi e quei momenti passati con lui e i suoi cari, con la sua famiglia che mi hanno dato molto di più, di quello che puoi condividere con qualcuno che vedi tutti i giorni. È la #vita. È così. Ci si incontra, ci si scontra, una mattina due persone si scontrano e nasce un’amicizia. Ci si racconta, ci si confronta, ci si allontana ma si rimane sempre in contatto perché in fondo, nessun luogo è lontano. E si rimane legati con il sigillo e con il dono dell’ amicizia più profonda.

Stasera finché tornavo a casa da questa piccola festicciola di saluti, vedevo le luci degli alberi di #Natale dissolversi, sembravano annacquati nel blu della notte. Solo le vetrine dei negozi si stagliavano in mezzo alla strada. E io, che ho percepito un Natale velato quasi offuscato, stasera, rientrando, tra una nota di Richard #Marx e una di Freddie #Mercury, ho sentito la fine del Natale, inteso come un nuovo inizio. Come nuove prospettive. Nuovi sogni. Nuovi odori. Nuovi sapori. E per quanto bello possa essere stato il 2016, si volta pagina, si cambia. Il Natale 2016, ormai, fa parte del passato. Si guarda avanti. Si guarda al futuro. Al futuro di chi ha sogni. E non smetterà mai di averne. Perché nel momento in cui smetti di sognare, smetti anche di vivere, di mangiare, di cucinare, di bere, di danzare, di scrivere, di dare, di pretendere, di fare l’amore. Si guarda al futuro di chi ha nuovi lavori, di chi si rimette in gioco, sempre, comunque, senza darsi per vinto mai. Si guarda a quel ponte di chi costruisce qualcosa, magari da un’altra parte, o di chi ti cede un passo per tenderti una mano.

Quello di oggi è già il terzo saluto nell’ultimo mese. Saluto a degli amici. A dei veri professionisti. A delle persone che in me lasceranno sempre un segno, indelebile. Un insegnamento, un qualcosa da sviluppare e far crescere. Perché senza di questo, senza la carica, senza l’energia, fossilizzandoci, lamentandoci, non evolvendoci, diventeremo davvero dei fossili, pronti per essere calpestati da turisti distratti, ai piedi di una scarpata di montagna. Io ammiro le persone che si rimettono in gioco sempre. Quelle per cui è sempre primavera, anche se io adoro gli inverni. Quelle che è sempre il momento buono per rinnovarsi. E infatti è così che bisognerebbe vivere. Lasciando aperte le porte. Togliendo la polvere, facendo passare l’aria, eliminando il vecchio per dare posto al nuovo. Spalancando le finestre e respirando a pieni polmoni il fresco gelo dell’aria di rugiada, mentre sotto, le tue guance tirano una boccata di tabacco.

E invece la maggior parte delle persone non mira al cambiamento. Il cambiamento per molti è sinonimo di instabilità, di insicurezza, non rendendoci conto che in realtà è proprio ciò che cambia che è perfettamente stabile e ancorato, al passo con i tempi. Ma alcuni preferiscono stare seduti. Sedersi. Assicurarsi. Poltrire. E poi per cosa? Per rovinare la vita a chi vorrebbe volare. Questo amico, vedete, mi ha fatto capire che anche quando tutto sembra perduto, è lì che ci si rialza. Che la vita è cadere sette volte e rialzarsi otto. E che è proprio lì, quando hai la testa infissa nel letame, che il tuo corpo e la tua anima tirano fuori tutta la vita che hai dentro. Qualsiasi ramoscello di linfa vitale, rimasto in corpo per riemergere, per continuare a vivere. Non a sopravvivere. Ogni istante di vita anche quello più brutto è da vivere intensamente. E quando ti trovi a poterlo raccontare la gioia e l’energia che puoi dare sono enormi.Persone così ce ne sono poche, ma forse sono elette. Le cose capitano a chi sa di poterle affrontare, uscendone sempre più forte di prima. Sta a te accettare la sfida o darti per vinto. Al mio amico auguro la più totale felicità. Un uomo degno di un coraggio che fa essere orgogliosi solo nel stringergli la mano.

“Right here waiting” cantava Bach, all’autoradio, tornando a casa stanotte. Che la tua #donna, te la dedichi sempre “Ovunque andrai, qualsiasi cosa farai, sarò proprio qui ad aspettarti, qualsiasi cosa comporti”.

#buonanottesbetti

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