Ci saranno sempre gli stolti che guardano il dito anziché la luna. E ci saranno sempre quelle frange di manigoldi che pretendono di riportare la pace con le bombe. Si vede che hanno preso esempio dai nostri governi. Il 22 settembre l’Italia si è fermata al grido di Palestina Libera. In tutte le città d’Italia ci sono state manifestazioni. La maggior parte pacifiche. Le immagini mostrano fiumi di persone, tutte unite da un unico interesse: far cessare la carneficina che sta commettendo Israele.
Ma come al solito – chi ha fatto cronaca dovrebbe saperlo – come al solito, quando si organizzano questi cortei, ci sono sempre quei facinorosi, violenti, ribelli, turbolenti, che devastano, spaccano tutto, e quasi si divertono a distruggere e saccheggiare le piazze.
Non ricordo un corteo in cui ciò non sia avvenuto, soprattutto quando ci sono di mezzo cause, ahimè e purtroppo, divisive. Non si sa se questi siano di destra o di sinistra, da che parte stiano. Fatto sta che ci sono.
Già mi immagino ieri quelli che non vedevano l’ora che accadesse qualcosa.
Mi immagino quelli partiti da casa sperando in qualche scontro. “Dai speriamo succeda qualcosa oggi”.
Me li vedo già lì belli pronti ai posti di comando, cercando anche solo il minimo appiglio, il minimo ombrello scaraventato in strada, per dare la colpa a una certa parte politica. Già me li vedo attenti con le bave alla bocca, “trallalero trallalà, speriamo che oggi qualcuno spacchi la testa a qualche altro”.
Così si gonfia l’ego. Così si va in brodo di giuggiole. In tutta la giornata di ieri, i nostri esponenti del governo non hanno rivolto una sola parola per la gente che manifestava. Qualcuno ha anche detto che la Flottilla è scenografica, che peggio mi sento.
Ma ai primi scontri, ecco cavalcare l’onda. Rullo di tamburi signori. I teppisti stanno facendo casino. È il nostro momento. Oh che bello! Dai dai scriviamo. E così eccoli qui.
Eccoli quelli che hanno tolto valore alla scelta pacifica di migliaia di italiani di mobilitati con il desiderio di smuovere qualcosa.
Cavalcando l’onda di quattro imbecilli che hanno tentato di entrare in stazione a Milano e ferito gli agenti. Da condannare ovviamente.
I video che giravano su internet erano sempre quelli. Solo che una volta erano girati a destra. L’altra volta a sinistra.
La premier scrivendolo, si è anche sincerata che tutte le forze politiche condannassero quegli atti gravi. Come a imboccare la gente. Come a dire: ora lo dovete fare. E infatti la condanna è arrivata. Nessuno tollera la violenza. A parte quelli che dinanzi a un genocidio si voltano dall’altra parte.
Ieri – mentre oggi qualcuno parla di cagnolini e mentre qualche altro parla di pastarelle e da giorni discorre sull’omicidio di Kirk per distogliere l’attenzione – ecco ieri migliaia di persone erano in piazza per una questione di umanità.
Un qualcosa che non dovrebbe avere colore.
Ma alla prima vetrina spaccata, ci sono buttati subito a pesce. Poi parte la batteria e subito tutti a ruota. Perché l’ordine di scuderia non si può ignorare. Accade sempre così. Quando non si ha il coraggio di prendere posizione. Accade sempre così quando lo stolto guarda il dito e non la luna.

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