
Da tempo ho smesso di discutere con i tombini. E con gli struzzi. Perché è un po’ come lavare la testa a un asino. Si perde solo acqua e sapone. Ho sentito di quelle bestialità e brutalità assurde sulla missione umanitaria di pace della Flotilla, ho sentito dire che è stata una pagliacciata, che è stata una buffonata, che è stata una grande coreografia, una grande opera scenografica.
Ma tant’è che i volontari della Flotilla hanno avuto il coraggio e la capacità di fare quello che non hanno fatto i governi. Ossia aprire gli occhi al mondo sul genocidio in atto a Gaza.
Hanno rotto l’ignobile e assassino silenzio, l’abietta indifferenza, il miserabile menefreghismo, perché quando si tace davanti a un’ingiustizia, si è tutti complici. Nessuno escluso.
La premier del governo italiano, Giorgia Meloni, con un triplo asse carpiato, un memorabile scacco matto, ha preso la palla al balzo e ha detto che se le “discutibili” trattative di pace falliranno, allora sarà colpa di volontari della Flotilla salpati a inizio settembre scorso, e naviganti contro tutto per oltre venti giorni, perché addirittura c’è chi ha sostenuto che questi siano in cerca di visibilità. Perché è chiaro che uno va a rischiare di morire per questioni di pubblicità. Ma per un principio vecchio come il cucco, il ladro pensa che tutti rubino. E quindi mi viene da pensare che qualunque azione sia messa in campo da una certa parte politica, sia fatta non per amore della cosa pubblica, ma per un semplice rifornimento di ego. I voti. Le visualizzazioni. I like.
La missione Flotilla aveva lo scopo di rompere il blocco illegale che viene perpetrato da Israele e aprire un canale umanitario permanente. Se è vero che quegli aiuti potevano essere mandati in breve tempo dal Governo, allora perché non lo hanno fatto. A bordo non ci sono militari.
Ci sono attivisti, donne, uomini, anziani, studenti, giornalisti.
Ci sono persone che nel momento storico che stiamo vivendo hanno deciso di NON VOLTARSI DALL’ALTRA PARTE. Hanno deciso l’unica cosa che era possibile fare, dinanzi all’inerzia dei governi, comportarsi da ESSERI UMANI. Una cosa questa sempre più sconosciuta in questo mondo di decerebrati e di amebe in cerca solo di consensi.
La missione Flotilla è uno straordinario atto di disobbedienza civile. Un’opera maestra, ma l’unica cosa che è stata in grado di fare il nostro governo è stata quella di delegittimarla e farla passare come un carro di Carnevale.
La premier ha intimato ai volontari di fermarsi e non ha intimato a Netanyahu di smetterla. Di arrestarsi. Ma i volontari sono andati avanti e hanno scritto una immensa e sconfinata pagina di storia.
Io sono orgogliosa quando mia nipote la studierà sui libri.
Perché la storia non la fanno i vili, i lacchè, i servi, i domestici alla corte del potere, i valletti, i cortigiani, chi si genuflette al cospetto dell’autorità e gli lecca le scarpe.
La storia, anche se voi li ridicolizzate, la fanno i visionari, i sognatori, chi ancora nutre l’anima con i sogni, chi non si fa intimidire, chi combatte, chi ha coraggio.
La storia la fanno gli idealisti, chi ancora si illude, chi ci crede, chi ci spera che un domani sia migliore e per renderlo migliore agisce. Non soccombe. Non perisce.
La storia la fanno i puri.
Chi dinanzi all’egoismo, all’indifferenza, ai soprusi, alle ingiustizie, non si volta dall’altra parte. Potete chiamarli anarchici, ribelli, anticonformisti. Ma come disse qualcuno non potrete mai ignorarli.
Perché sono solo i folli che cambiano le cose.
E rendono questo mondo un posto migliore. E alla fine ci riescono veramente.
sbetti
Scopri di più da Sbetti
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
