
Era andato a fare una corsa nei boschi vicino casa, a Caldes. Provincia di Trento. Ma nella discesa era avvenuto l’incontro con Jj4. Dapprima lui aveva cercato di fuggire, poi di difendersi. Ma è stato tutto vano. L’orsa l’ha aggredito e Andrea Papi, 26 anni, è morto. Era il 5 aprile scorso.
All’indomani della sua morte i suoi social, tra i tanti commenti di dolore e condoglianze, erano stati riempiti di offese e insulti. I parenti hanno denunciato e ora ci sono 18 indagati. Un malcostume sempre più diffuso quello di prendere posizione nei social, di parlare di cose senza averle viste. Nel dibattito becero e superficiale che dimentica di scavare il possibile e il difficile equilibrio tra la natura e l’uomo, c’era chi sosteneva che era stato Papi a invadere la terra dell’orso e chi sosteneva che era stato l’orso a invadere la terra di Papi. Quando accadono queste cose, come in una grande partita allo stadio, gli utenti del web si dividono in tifoserie e non c’è verso di fermarli.
La morte di Papi aveva esasperato i toni, mettendo in risalto la natura di noi esseri umani – a volte più orsi degli orsi stessi – facendo emergere meccanismi perversi e manipolatori. Chi aveva seguito i social in quelle settimane poteva rendersi conto di come qualunque persona potesse dire la sua, arrivando a calpestare il dolore di una famiglia. Ma il terribile dibattito, diviso tra chi vedeva l’orso come Yoghi e il runner come carnefice, era carico di odio. Molti avevano insultato e offeso quel ragazzo costringendo la famiglia a scrivere una lettera.
“Visto il comportamento degli haters – avevano scritto – la famiglia ritiene ora di dover tutelare la memoria di Andrea richiedendo all’autorità giudiziaria di verificare la correttezza o meno di ogni singolo commento postato in rete da coloro che, senza rispetto alcuno per la memoria di Andrea, lo descrivono nei modi più beceri. La famiglia Papi, che ama gli animali e la natura, ha sempre chiesto rispetto e giustizia per sé e per Andrea”. Per i familiari, l’odio riversato era come “un secondo dolore derivato dalla moltitudine di commenti aggressivi, sconsiderati e denigratori della memoria di Andrea”, che, a detta di genitori, sorella e fidanzata, “muore per la seconda volta, vittima ora non tanto dell’orso ma dei leoni da tastiera”. E di leoni infatti, più che di orsi, ce ne sono tanti. Tanto che ora la procura di Trento ha chiuso le indagini e ci sono 18 indagati per diffamazione. Tra queste c’è anche Daniela Martani, ex hostess Alitalia e personaggio televisivo e radiofonico. Martani ha scritto su Facebook: “Sono stata denunciata dalla famiglia di Andrea Papi, il ragazzo ucciso dall’orsa (?) per aver espresso un parere che metteva in dubbio la veridicità della questione, una follia. Ormai la denuncia per diffamazione è diventata un’arma per intimidire chi contesta o ha una visione diversa dei fatti. Chiunque sia stato denunciato, mi contatti, ho già messo in piedi una strategia legale con il mio avvocato che può difenderci in blocco”. La Martani ha chiesto aiuto per una tutela collettiva. Ma dinanzi a questo, la fidanzata di Andrea, Alessia Gregori, non ha esitato a farsi sentire e nei suoi social ha scritto: “Adesso chiede solidarietà, invece sarebbe necessario collegare il cervello prima di parlare, invece che piangere sul latte versato adesso è ora di pagare tutto il dolore che avete causato, tu e tutti gli altri”. La Martani è stata denunciata per aver messo in discussione la veridicità dell’accaduto. Definendo la morte di Papi una “speculazione del dolore” e affermando che l’animale non avesse colpe. E c’è un altro post che all’epoca fece discutere. Scrive la Martani il 20 aprile scorso: “Andrea Papi non era andato a correre ma si era addentrato nel bosco per cercare l’orsa con i cuccioli e fotografarli? Guardate l’ombra nel suo ultimo video postato poco prima di morire. Si vede chiaramente che indossava un cappotto da appostamento pesante”.
Ieri, dopo la chiusura delle indagini, la Martani scrive così: “La fidanzata di Andrea Papi è una ragazza piena di odio e livore, rispecchia in pieno la personalità di chi è stato rieletto in Trentino. Vuole a tutti i costi vendetta”. Poi il post è stato cancellato.
Serenella Bettin

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