Non so se ci sia un tentativo di prendere la gente per i fondelli o se dobbiamo assistere impotenti alle più totali illegalità e impunità.
Orbene.
La sera del sei febbraio scorso, una ragazza di ventiquattro anni, studentessa universitaria, viene aggredita da un ventenne somalo in centro a Bologna. L’aggressione avviene in via Bertoloni, una laterale di via Belle Arti dove alloggiano e si accampano tutti gli studenti universitari. In questa via ci sono giusto passata ieri, ed è una di quelle arterie a cui si accede da via Zamboni, ve la ricordate no via Zamboni, strada storica del centro di Bologna, il cuore della città universitaria, in quartiere porticato che va dalle due Torri fino a Porta San Donato. Un quartiere dove mai diresti che passeggiando per strada alla dieci di sera ti possa accadere qualcosa, io ci sono passata da sola e a parte qualche tossico che voleva vendermi fumo o roba bianca non ho trovato, eppure questa ragazza è stata aggredita. Anzi, lui non contento ha menato pure l’amica che avrebbe tentato di difenderla. Lui prima l’ha seguita. Poi l’ha bloccata, l’ha fermata. E infine ha tentato di violentarla. Una brutale aggressione.
Dopo numerose ricerche, l’autore di tale misfatto viene individuato in un richiedente asilo somalo di vent’anni che viene rintracciato dentro al centro accoglienza di Malalbergo, paesino a pochi chilometri da Bologna.
Anche qui ci sono stata ieri e devo dire che non ho trovato niente di che. Anzi. Uno dei centri più ben messi che abbia mai visto – il che la dice lunga, perché se nonostante le elargizioni che offriamo a questi ospiti, il ringraziamento è violentare la gente stiamo freschi.
Ma non è questo il punto, il punto è che tale codesto somalo giunto in Italia, quando è stato rintracciato dagli uomini di polizia, è stato arrestato. Ma nonostante la cattura, poco dopo è stato rimesso in libertà a causa dell’assenza dello stato di flagranza, così come se l’immigrato abbia compiuto una quisquilia, una roba da niente, che volete che sia, ha solo tentato di violentare una donna.
La notizia del rilascio quindi è apparsa nei giornali locali e sapete com’è la storia. Che quando le cose appaiono sui giornali… insomma il somalo viene rimesso dentro di nuovo.
Il questore dispone un ordine di trattenimento per pericolosità sociale collocandolo presso il Cpr di Milano, Corelli. Ma passa un giorno e siccome in fondo non è tanto pericoloso, viene trasferito come si trasferisce un pacco Amazon – senza manco tracciamento – in questo centro a Malalbergo. Quindi da Milano il somalo torna a Bologna, uno pensa stia dentro, e invece.
Invece passa un giorno, e notizia di oggi – vi giuro sembra una barzelletta – il somalo torna libero. Avrà solo l’ obbligo di firma e l’obbligo di dimora a Malalbergo. Il che fa abbastanza ridere che uno che abbia tentato di violentare una donna abbia l’obbligo di dimora a un quarto d’ora da dove l’ha aggredita.
Ma vi giuro che questi giorni dovendo seguire la roba mi son divertita. Perché ogni mattina aprivo il Resto del Carlino per vedere i recenti sviluppi e leggevo questa continua palilalia di parole e ripetizioni, una mattina il somalo era stato preso, poi fermato, poi rilasciato, poi in carcere, e poi ancora libero.
Ah dimenticavo il giudice che non ha convalidato il fermo è donna. Avanti.

sbetti


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