Ieri pomeriggio dopo sette ore di coda in autostrada scendendo verso sud e poi risalendo un attimo verso il centro, mi sono dovuta fermare in un autogrill perché dovevo scrivere un pezzo, mangiare e andare in bagno. Le ultime due cose appartengono alla categoria delle attività che gli esseri umani compiono quotidianamente. Ossia nutrirsi ed espellere ciò di cui ci si è nutriti.
Ma non è questo il punto.
Appena giunta in autogrill ho notato davanti a me una serie di morti stesi a terra che erano tanti pupazzi caduti da quegli scaffali che propongono peluche in offerta esclusiva a 29 euro e 999 centesimi, quando in un negozio normale li paghi 12. Siccome i pupazzi erano precipitati dallo scaffale, e avevano deciso di suicidarsi, ci fosse stato un signore cristo viaggiatore che si fosse fermato a raccoglierli. Nessuno. Tutti ci passavano sopra come se i pupazzi di pezza non esistessero. Alla fine siccome mi facevano pena ci siamo messe in due a raccogliere i peluche di pezza traditi dalla vita.
Giunta al cesso ho subito notato che c’era la coda. E puntualmente arriva il gruppo di cafone che passa davanti fingendo di non sapere quale e dove sia la fila. A un certo punto, giuro non sto scherzando, è giunta una donna che doveva far fare pipì al cane, e siccome il cane era femmina pretendeva di fargliela fare dentro al cesso delle femmine ovviamente. Robe imbarazzanti accadono su questo pianeta. Giunta al piano superiore per finalmente poter scrivere il mio pezzo e mangiare qualcosa dato che stavo scomparendo, ho visto l’esercito dei buzzurri in coda alla riscossa. Praticamente non si attende più che la banconiera ti dia il trancio di pizza in mano, lo si cerca di azzannare ancora prima che questa te lo stenda. Gente con le bocche dilatate senza scrupoli né pudori che mangiava in piedi scomposta manovrando la lingua come fosse una betoniera piena di malta e calcinacci. Gente con le dita infilate dentro la bocca perché lo stuzzicadenti che per giunta detesto non va più di moda. Forse per qualcuno non va di moda manco lavarsi i denti. Persone sudate sudaticce con le mani unguenti pingui puzzolenti che si passano le dita tra i capelli e poi se le infilano nel naso e poi se per caso ti capita di passarci accanto ti mettono, giusto quel dito finito nel buco dell’ano, sulla spalla per chiederti se per favore puoi spostarti. E gente che dopo essersi spalmata le mani dentro le fauci con la betoniera piena di malta si strofina le mani sui pantaloni. Gente che non rispetta la fila, che corre, che annaspa, che prevarica. Persone che pare che non si siano mai mosse da casa. Cavernicoli alla riscossa. Tutta gente che durante l’anno non arriva a fine mese. Tutti presi da questa mancanza d’aria, come a vivere in una bolla, di questa grande enorme fretta, ma poi di fare cosa.
Tutta gente che va in ferie e che se gli dicessero un giorno di lavorare in quelle condizioni mangiando in piedi col piscio dei cani al cesso e la mano unguente e pingue che ti si spalma sulla spalla dopo essere stato al gabinetto, direbbero di no, perché ah la dignità. Una dignità che a quanto pare non vale per l’esercito dei buzzurri che si incontra in autogrill.
Con garbo.
E stima.

sbetti


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