La Verità – sabato 16 luglio.
Ha 16 anni ed è stata violentata nell’androne di un palazzo a Pioltello, comune dell’hinterland milanese, da un marocchino, la sera del suo compleanno. È la notte del 12 luglio scorso. Lei sta rincasando dopo la festa, quando all’improvviso le si avvicina un uomo. Lo conosce. Di vista. Lui è uno di quelli che l’Italia accoglie e che vive di espedienti, spaccio e droga. Uno di quelli che riempiono le nostre stazioni, le nostre piazze. Uno di quelli che hai paura a incontrare la sera quando scendi dal treno in stazione Centrale e devi farti venire a prendere. Lei lo respinge, o almeno ci prova, tenta di allontanarlo, ma è notte, è buio, è da sola. La gente dorme. E i residenti sono chiusi in casa. Anche se urli nessuno ti sente. È così. È la triste realtà del nostro Paese. Accade a Bologna, a Roma, a Mestre, a Padova. Lei, ragazza nata a Milano, di origine sudamericana è quasi a casa. Mancano poche centinaia di metri. Non è tranquilla alla presenza di quell’uomo. Il passo di lei si fa sempre più veloce, la testa dritta per non far vedere che hai paura, il respiro affannoso, il cuore che ti sale in gola, ti toglie l’aria, quando conti i secondi e preghi di arrivare a casa viva. Sono sensazioni che tutte le donne provano quando nelle città si aggirano liberamente i clandestini. La sua abitazione è sempre più vicina, vuole solo abbracciare la madre, stendersi sul letto, sperando che non accada il peggio. Ma a un certo punto. A un certo punto lui la afferra. La ferma. La prende per un braccio. Il respiro di lei pare fermarsi, il cuore pompa a mille e lui, con forza, la spinge e la costringe a entrare dentro l’androne di un palazzo. Siamo tra i palazzoni popolari del quartiere Satellite, un ricettacolo divenuto simbolo del degrado, della violenza, della mancata integrazione. Un luogo come tanti altri in Italia dove se ti infili anche in pieno giorno speri di uscirne vivo. Vedi Primavalle, a Roma, dove se sei fortunato ti tagliano solo le gomme dell’auto. Quartieri abbandonati a se stessi. Terre di nessuno, in genere in mano alla sinistra progressista, dove si annidano microcriminalità e spaccio.
È nell’androne del palazzo che si consuma la violenza. I residenti sono in casa. Nessuno sembra accorgersi di niente. Lui la afferra e la violenta. Sono attimi terribili, quando hai 16 anni e diventi vecchia di colpo. Ti si macchia il foglio e diventa tutto un incubo. Ormai è impossibile scappare. Quando è tutto finito, sotto shock, corre a casa, avverte i genitori, loro chiamano un’ambulanza e lei racconta di essere stata stuprata. I soccorritori la portano al Soccorso violenza sessuale della clinica Mangiagalli di Milano, dove la ragazza viene sottoposta ad accertamenti ed esami. I medici riscontrano i segni della violenza e i carabinieri della compagnia di Pioltello iniziano le prime indagini. È grazie alla descrizione fornita dalla giovane e dalle immagini delle telecamere che nel giro di un paio d’ore individuano il presunto responsabile. Lui si chiama Younes M, ha 28 anni ed è nato in Marocco. È un ragazzo del quartiere, disoccupato, e che vive di espedienti. I carabinieri gli piombano in casa e lì trovano droga e bilancini. Quaranta grammi di hashish per la precisione, suddivisa in dosi, e strumenti per il confezionamento. “In casa non sono stati trovati soldi”, riferiscono fonti alla Verità. “L’abbiamo trovato grazie alle telecamere e alla descrizione ben precisa dataci dalla ragazza anche se in stato di shock e parecchio scossa”. La ragazza, infatti, è in grado di fornire anche la descrizione dell’abbigliamento dell’uomo e le telecamere fanno il resto, inchiodando il marocchino. Lui viene arrestato in flagranza per detenzione illecita di sostanze stupefacenti e denunciato a piede libero per violenza sessuale, nell’attesa di completare la raccolta di tutti i filmati e di acquisire la prima informativa in procura del dipartimento Tutela fasce deboli. L’indagine viene affidata al procuratore aggiunto Letizia Mannella. Lui dapprima viene trattenuto nella caserma di Pioltello e il giorno successivo finisce in direttissima. Il giudice convalida l’arresto e lui finisce in carcere in custodia cautelare. La ragazza nel frattempo viene dimessa. I due abitano vicini. “È un quartiere difficile questo – ci dicono – il 90 % di chi ci abita è marocchino, egiziano, gente che vive così”. Già. Ecco cos’ha portato l’accoglienza, il buonismo, la mancata integrazione. Ha condotto alla ghettizzazione degli stranieri. I clandestini, i poveracci giunti in Italia traditi dalla fortuna promessa, si sono presi i quartieri dettando loro le leggi. Non è il primo stupro che accade a Milano o nei comuni limitrofi.
L’ultimo, prima di questo, una decina di giorni fa a Legnano. Una donna di 52 anni, di origini sudamericane, è stata violentata da un pakistano di anni 33, poi arrestato dalla polizia. O come quella ragazza aggredita e violentata ad aprile scorso in uno degli ascensori della stazione Centrale di Milano. Decisivo è stato il video. Anche lui un 27 enne marocchino senza fissa dimora. Questi stupri però finiscono in sordina.
Qui niente starnazzo delle anime belle.
Serenella Bettin


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