Valditara vuole mettere gli psicologi a scuola. Io cambierei la testa ad alcun genitori, scusate.
Questa mattina ho letto una notizia che mi ha lasciato parecchio sbigottita.
Su Repubblica c’era l’intervista alla professoressa che il 29 maggio scorso è stata accoltellata dal suo alunno. Elisabetta Condò. Il fatto è accaduto ad Abbiategrasso un comune in provincia di Milano.
La docente alla domanda del giornalista Sandro De Riccardis, se qualcuno si fosse scusato, se qualcuno fosse andato da lei, ha risposto di no.
Non ha sentito nessuno. Né il ragazzo. Né tanto meno i genitori. Non una scusa manco dalla famiglia.
“Mi dispiace solo una cosa – ha detto – Non aver ricevuto nessuna parola di scuse dalla famiglia del ragazzo che mi ha aggredita. Non me lo aspettavo dal ragazzo, che è sicuramente sotto choc, ma almeno da genitori mi sarei attesa un’espressione di vicinanza o dispiacere”.
Ora. Questa cosa a me lascia un po’ perplessa perché se fosse stato mio figlio – per fortuna non ho figli e per fortuna non lo è – mi sarei forse precipitata dalla docente per sapere almeno come stesse. Invece niente. Zero assoluto. Il nulla. Nascosti dietro la maschera della vergogna e della codardia. Quando il ministro Valditara ha detto di voler mettere gli psicologi a scuola, io vorrei far andare dallo psicologo i genitori.
Siamo in balia di alcuni padri e alcune madri che credono che la scuola sia semplicemente un luogo di parcheggio, un posto dove poter piazzare i figli, sistemarli per qualche ora, collocarli da qualche parte così da scrollarseli di casa.
Genitori convinti di avere dei geni. Che nei docenti non riconoscono alcuna autorevolezza.
E convinti che agli insegnanti si possa mancare di rispetto, perché tanto parlano per niente. Alcuni, questo lo so per certo, si permettono di andare a sindacare i libri che consigliano di leggere le insegnanti. O si presentano fuori dalla scuola con la giustificazione perché il figlio era troppo stanco per poter studiare.
Ora, qui non servono gli psicologi. Anche perché ai miei tempi, ai tempi del liceo, la figura dello psicologo era prevista. Solo che quando qualcuno lo cercava nel suo sgabuzzino di tre metri per due, non c’era mai.
sbetti

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